banche centrali

Bce, tassi invariati (4,50%) ma si prepara il taglio: «Con più certezze sull’inflazione»

di Redazione Economia

La Banca centrale europea (Bce) ha deciso di lasciare i tassi d'interesse invariati. Il tasso sui rifinanziamenti principali, quindi, resta fermo al 4,50%, mentre quello sui depositi al 4% e quello sui prestiti marginali al 4,75%. A comunicarlo è lo stesso istituto, a seguito della riunione del Consiglio direttivo. Si tratta della quinta pausa consecutiva dopo i dieci rialzi cominciati a luglio 2022 con la crescita generale dei prezzi.

Possibilità di ridurre i tassi

Proprio a proposito di inflazione, nel comunicato finale il Consiglio direttivo della Bce ha specificato che «se la valutazione aggiornata del Consiglio direttivo in merito alle prospettive di inflazione, alla dinamica dell'inflazione di fondo e all'intensità della trasmissione della politica monetaria accrescesse ulteriormente la sua certezza che l'inflazione stia convergendo stabilmente verso l'obiettivo, sarebbe opportuno ridurre l'attuale livello di restrizione della politica monetaria».

L’inflazione

«L'inflazione ha continuato a ridursi — scrive la Bce —, soprattutto per effetto dell'andamento più contenuto degli alimentari e dei beni. Le misure dell'inflazione di fondo stanno perlopiù diminuendo, la crescita dei salari registra una graduale moderazione e le imprese stanno assorbendo parte dell'incremento del costo del lavoro con i loro profitti. Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e i precedenti rialzi dei tassi di interesse continuano a incidere sulla domanda, contribuendo al calo dell'inflazione. Tuttavia le pressioni interne sui prezzi sono forti e mantengono elevata l'inflazione dei servizi».

Il Pepp (pandemic emergency purchase programme)

Nel comunicato della banca centrale si legge anche che le «decisioni future assicureranno che i tassi di riferimento restino sufficientemente restrittivi finché necessario». Quanto agli acquisti di debito, il Consiglio direttivo «intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del Pepp (pandemic emergency purchase programme) nella prima parte del 2024». Nella seconda parte dell'anno «intende ridurre il portafoglio del Pepp di 7,5 miliardi di euro al mese, in media, e terminare i reinvestimenti nell'ambito di tale programma alla fine del 2024.

Politica monetaria

Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del Pepp, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia». Infine, a fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio «direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all'orientamento della politica monetaria».

Lagarde: «Non siamo dipendenti dalla Fed»

La decisione odierna sul mantenimento dei tassi sui livelli attuali è stata condivisa da una «maggioranza molto ampia dei membri del consiglio direttivo», ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, in conferenza stampa a Francoforte. «Non siamo dipendenti dalla Fed». Ha, poi, aggiunto che la Banca centrale europea non fa supposizioni sulle mosse delle altre banche centrali. La Bce, ha aggiunto Lagarde, non mira a particolari livelli del cambio euro/dollaro che potrebbe essere impattato dalla diversa tempistica dei ribassi dei tassi. «Alcuni membri» del Consiglio direttivo «si sentivano sufficientemente sicuri» di cambiare il verso della politica monetaria già «sulla base dei pochi dati di aprile», ma poi hanno concordato con la posizione di una «larga maggioranza» che si sentiva più sicura ad aspettare i dati a giugno.

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