Biden «indignato» per il raid. Gantz sfida Netanyahu: «Elezioni anticipate»

di Viviana Mazza

Il presidente americano: l’uccisione dei 7 cooperanti non è un caso isolato. A rischio il molo per gli aiuti

Biden «indignato» per il raid. Gantz sfida Netanyahu: «Elezioni anticipate»

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
NEW YORK —
«Indignato e con il cuore spezzato»: in una nota, il presidente Joe Biden critica duramente il governo di Israele non solo per l’uccisione di 7 operatori di World Central Kitchen a Gaza ma perché «questo non è un incidente isolato». «Israele non ha fatto abbastanza per proteggere gli operatori umanitari che cercano disperatamente di consegnare aiuti necessari ai civili», afferma Biden. «Questo conflitto è stato uno dei peggiori di recente memoria in termini di operatori umanitari uccisi». Il presidente americano chiede che l’inchiesta di Israele sia rapida, renda conto delle responsabilità e i risultati vengano resi pubblici.

Ma l’appoggio a Israele non cambierà: prima di qualunque nuova decisione in proposito, la Casa Bianca aspetta i risultati dell’inchiesta di Israele, ha detto il portavoce John Kirby ieri in un briefing con i giornalisti. Ai reporter che chiedevano se si possa dire se l’uccisione degli operatori sia stata o meno intenzionale, Kirby ha ribadito che bisogna aspettare le conclusioni dell’inchiesta israeliana (non ce n’è una americana). E a chi chiedeva se gli Stati Uniti non siano complici dato che forniscono armi a un Paese che blocca gli aiuti umanitari ai civili, il portavoce ha replicato che, finora, il dipartimento di Stato non ha rilevato «incidenti in violazione del diritto umanitario internazionale». Biden afferma che continuerà a spingere perché gli aiuti arrivino a Gaza, i civili siano protetti e si raggiunga un cessate il fuoco. Tuttavia, lo stesso piano per costruire un molo temporaneo per distribuire gli aiuti in collaborazione con le Nazioni Unite è a rischio, scrive il sito Politico, dopo l’uccisione dei 7 operatori. In un editoriale sul New York Times, il fondatore di World Central Kitchen, lo chef José Andrés, che è cittadino americano, sottolinea che avevano coordinato i loro movimenti con l’esercito.

Le parole di Biden riflettono la crescente frustrazione nei confronti di Netanyahu da parte di un alleato che rimane determinato a restare al fianco di Israele e rivendicarne il diritto a difendersi dalla «minaccia di genocidio» e «nella lotta per eliminare la minaccia di Hamas», ma allo stesso tempo sottolinea il suo «obbligo» a proteggere i civili palestinesi, ha spiegato Kirby. Ma queste parole non bastano a una parte dell’elettorato che critica la Casa Bianca per l’assenza di conseguenze concrete (incluse limitazioni all’invio di armi a Israele) mentre d’altra parte alcune organizzazioni ebree americane sono risentite perché credono che un tono così critico possa mettere a rischio gli ebrei in America.

Ieri sera il presidente aveva invitato alla Casa Bianca i leader musulmani per una cena di Ramadan, ma molti hanno rifiutato di celebrare mentre centinaia di migliaia di persone muoiono di fame a Gaza; l’evento è stato trasformato in un incontro più ristretto. Uno dei partecipanti, il dottor Thaer Ahmad, medico palestinese di Chicago che è stato di recente a Gaza, l’ha abbandonato, spiegando che era «una mossa di pubbliche relazioni piuttosto che un dialogo finalizzato a decidere o promettere qualcosa di concreto». Secondo Ahmad, Biden ha ascoltato ma poi ha ricordato le vittime israeliane del 7 ottobre e la complessità di sradicare Hamas nonché gli sforzi per il cessate il fuoco. Prima di andar via il medico ha consegnato al presidente la lettera di una bambina di 8 anni di Rafah, Hadeel: «Ti prego, presidente Biden — scrive — non permettere che entrino a Rafah».

Intanto in Israele il ministro Benny Gantz ha chiesto per la prima volta elezioni a settembre, per «mantenere l’unità» e rinnovare «la fiducia» nel governo, ma il partito di Netanyahu afferma che ciò «paralizzerebbe la guerra, danneggerebbe l’obiettivo di invadere Rafah e il rilascio degli ostaggi». Un viaggio di Jake Sullivan in Arabia Saudita per negoziare la normalizzazione con Israele è invece stato rimandato perché il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa in un piccolo incidente si è rotto una costola.


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3 aprile 2024 (modifica il 3 aprile 2024 | 23:10)

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