La Nato blinda il fianco est: almeno «100 mila soldati in Polonia». Missili ipersonici russi su Kiev

di Lorenzo Cremonesi, inviato a Mirnograd (Donbass), e Giuseppe Sarcina

I rottami degli ordigni di nuova generazione, abbattuti dalle difese, hanno colpito il centro. Kuleba: «Abbiamo bisogno dei Patriot». L’Alleanza può contare su 100 mila soldati, Biden esclude (di nuovo) l’invio di truppe

 La Nato blinda il fianco est: almeno «100 mila soldati in Polonia». Missili ipersonici russi su Kiev

I resti degli edifici colpiti ieri nella capitale ucraina dai missili russi (Afp)

Solo un minuto dal suono delle sirene al rombo delle esplosioni: ieri mattina gli abitanti di Kiev hanno compreso molto presto che q uesta volta i russi stavano sparando i missili di nuova generazione per penetrare le difese antiaeree. In genere, quando Mosca utilizza i droni e i vecchi missili da crociera, trascorrono anche 10 minuti tra il primo allarme e gli scoppi, tempo che permette di scappare nei rifugi anche nel pieno della notte. Ma ieri non è stato così. Le deflagrazioni hanno causato oltre una decina di feriti nei centralissimi quartieri di Percherskyi, Solomianskyi, Holosiivskyi e Darnytskyi e danneggiato alcuni edifici storici.

La guerra a distanza

Secondo i portavoce militari, i russi dalle basi in Crimea avrebbero sparato due missili da crociera ipersonici 3M22 Zircon, che furono progettati nel 2022, capaci di raggiungere gli 11.000 chilometri orari e i 28.000 metri di quota e già utilizzati due o tre volte nel passato. Le difese della capitale pare siano riuscite a colpirli in fase di caduta, disperdendo i rottami, che hanno provocato conseguenze meno gravi. Tra gli edifici distrutti anche l’Accademia delle Arti Decorative e Arti Applicate.

Sia il presidente Zelensky che il ministro degli Esteri Kuleba hanno reagito tornando a chiedere l’invio immediato degli aiuti militari occidentali. «Non ci sono atrocità che i russi bastardi non sarebbero pronti a commettere, incluso il ricorso a missili balistici nel cuore di una metropoli con diversi milioni di abitanti. Abbiamo bisogno in particolare di missili Patriot capaci di sconfiggere gli attacchi nemici», ha specificato Kuleba. È un paio di settimane che la guerra a distanza tra Russia e Ucraina è cresciuta d’intensità. Kiev è stata attaccata almeno tre volte negli ultimi cinque giorni. Odessa e Mykolaiv sono continuamente prese di mira. Solo nell’ultima settimana i russi avrebbero sparato 700 bombe, 190 missili di vario tipo e 140 droni. L’Ucraina risponde colpendo le raffinerie russe, oltre a Belgorod, la Crimea e Rostov nel sud.

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Stato di allarme

Gli alleati occidentali sono in stato di allarme costante. Centomila militari subito, super addestrati e pronti all’azione: la Nato sta accelerando l’esecuzione dei piani messi a punto nei vertici, prima a Madrid nel 2022 e poi a Vilnius nel 2023, per fronteggiare un eventuale attacco russo. Qualche giorno fa il vice comandante delle forze armate polacche, Karol Dymanowski, ha dichiarato pubblicamente che «migliaia di soldati Nato sono già schierati in Polonia». Sono almeno 100 mila, ci confermano in via informale fonti dell’Alleanza. Fanno parte della cosiddetta «Response Force», il nucleo di reazione rapida che per anni è rimasto inattivo, ma che dopo l’invasione dell’Ucraina è diventato il pilastro più importante della strategia ora condivisa anche da Finlandia e Svezia. Nel giro di pochi mesi si è passati da 40 mila a 100 mila unità. Ancora qualche mese e dovrebbe essere raggiunto l’obiettivo di 300 mila uomini e donne in divisa, schierati in gran parte sul fianco est dell’Europa.

Il perno delle operazioni è ormai la Polonia, dove gli Stati Uniti hanno installato un comando di corpo d’armata con il compito di coordinare i movimenti delle truppe di terra lungo il corridoio dal Baltico al Mar Nero. Ieri, a Bruxelles, c’è stata una riunione per monitorare il grado di copertura dei confini: si è deciso di rafforzare ulteriormente la protezione della Bulgaria. Grande attenzione, naturalmente, alla difesa dello spazio aereo. I turni di sorveglianza sono stati potenziati e la rete non presenta smagliature.

I raid pianificati

L’allerta, quindi, è generale, anche se non c’è ansia. Certo, venerdì sera, la notizia dell’attentato di Mosca ha suscitato grande preoccupazione. Ma ora la frenesia, l’allarmismo non servono. Occorre, invece, lucidità. Per esempio: i massicci bombardamenti di domenica e di ieri non vanno interpretati come il primo atto del nuovo copione del Cremlino. I mandanti della strage di Mosca sono ucraini e quindi noi sommergeremo Kiev, con i missili più potenti che abbiamo. In realtà, fanno osservare i nostri interlocutori, i russi non hanno abbastanza ordigni e tra un raid e l’altro passano tra i 30 e i 40 giorni. Le incursioni aeree del fine settimana sulla capitale sono sembrate una risposta alla strage rivendicata dall’Isis, ma erano state programmate con largo anticipo, dopo una pausa di 4-5 settimane.

Gli Usa mantengono un ruolo chiave, sul piano militare e politico-diplomatico, raccomandando prudenza. Ancora una volta, Joe Biden vuole evitare lo scontro diretto. Tutte le mosse militari in corso lungo la frontiera est della Nato non vanno intese come preparativi per un intervento diretto sul suolo ucraino. L’amministrazione Biden continuerà ad appoggiare la resistenza ucraina, inviando armi e munizioni, non soldati. Da questo punto di vista la carneficina del teatro russo non ha cambiato nulla.


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26 marzo 2024 (modifica il 26 marzo 2024 | 08:22)