Bond per la difesa, la Ue è divisa al Consiglio europeo. Zelensky: non perdete tempo

di Francesca Basso

Il leader di Kiev: «Umiliante per l’Europa la scarsa fornitura». Aperture sull’uso degli extraprofitti delle riserve russe. E Orbán si complimenta con Putin

Bond per la difesa, la Ue è divisa al Consiglio europeo. Zelensky: non perdete tempo

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BRUXELLES — Sostegno all’Ucraina, sicurezza e difesa, Medio Oriente. La prima giornata di vertice ha immerso i leader Ue in scenari di guerra anche se a ridimensionare i toni ci ha provato il capo della diplomazia europea Josep Borrell al suo arrivo: «L’appello rivolto agli europei affinché siano consapevoli delle sfide che ci troviamo ad affrontare è positivo, ma non dobbiamo nemmeno esagerare. La guerra non è imminente» anche se è necessario «prepararci per il futuro e aumentare le nostre capacità di difesa».

Era stato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, nella lettera di invito ai leader Ue, a parlare della «più grande minaccia alla sicurezza dalla seconda guerra mondiale» e a scrivere che «è giunto il momento di adottare misure radicali e concrete per essere pronti a difenderci e mettere l’economia dell’Ue sul “piede di guerra”». Lo ha ribadito al termine del Consiglio aggiungendo che «abbiamo tre obiettivi: sostenere l’Ucraina adesso; spendere meglio e più velocemente insieme; un accesso più semplice ai finanziamenti pubblici e privati per il settore della difesa».

Ma come sempre nell’Unione i Paesi si dividono su come trovare i finanziamenti. La Germania e l’Olanda, ma anche l’Austria, restano contrari all’emissione di nuovo debito comune. Il campo dei Paesi «frugali» comincia però a essere meno compatto. La prima apertura è venuta dall’estone Kaja Kallas già a dicembre. E il premier svedese Ulf Kristersson ha detto che bisogna «cominciare a mobilitare tutte le risorse che ci sono per sostenere l’Ucraina» e non chiude «la porta a una discussione sugli eurobond». Francia, Italia, Spagna e Grecia sono ovviamente a favore. Ma non è la sola ipotesi, si parla anche di «project bond» che presuppongono il coinvolgimento solo di alcuni Paesi per finanziare infrastrutture e opere di pubblica utilità. I leader Ue hanno invitato «il Consiglio e la Commissione a esplorare tutte le opzioni per mobilitare i finanziamenti e a riferire entro giugno».

Il presidente ucraino Zelensky, che si è collegato con i leader Ue, ha ringraziato per gli aiuti militari ma ha anche sottolineato che «le munizioni sono una questione vitale ed è umiliante per l’Europa la scarsa fornitura: potete darne di più ed è fondamentale dimostrarlo ora». E ha chiesto «per favore» di «non perdere tempo nel rafforzare la produzione per la difesa». La Repubblica Ceca si è impegnata a procurare un milione di proiettili per l’Ucraina e il Consiglio europeo ha accolto «con favore l’iniziativa» a cui stanno aderendo diversi Paesi Ue. Ma soprattutto si registra un’apertura alla proposta di Borrell e della Commissione di usare gli extraprofitti generati dagli asset russi congelati per sostenere militarmente l’Ucraina, per rafforzare l’industria delle difesa ucraina e per la ricostruzione. La presidente von der Leyen ha spiegato che «un miliardo potrebbe arrivare già il primo luglio» se i Paesi Ue troveranno l’accordo velocemente. Non sarà un passaggio scontato, tenuto conto che il premier Viktor Orbán si è sempre detto contrario a fornire aiuti militari a Kiev e mentre erano in corso le discussioni il suo portavoce ha postato su X che il leader magiaro si era «congratulato con Vladimir Putin per la sua rielezione», sottolineando che «la cooperazione tra Ungheria e Russia, basata sul rispetto reciproco, consente discussioni importanti anche in contesti geopolitici difficili». Ma la soluzione ipotizzata ha creato dubbi giuridici anche tra i Paesi neutrali come Austria, Malta e Irlanda. Tuttavia nelle conclusioni, ha spiegato Michel, «si è tenuto conto delle specificità».

Altro punto sollevato dal presidente Zelensky è il diverso trattamento riservato al grano ucraino che «viene gettato sulle strade o sui binari ferroviari» e quello russo che ha «accesso libero al mercato». Von der Leyen ha annunciato di avere preparato una proposta per aumentare i dazi sulle importazioni di cereali dalla Russia e dalla Bielorussia.

I leader Ue hanno dato semaforo verde all’avvio dei negoziati di adesione con la Bosnia Erzegovina. La premier Meloni ha detto che è «una grande soddisfazione del governo italiano per la storica decisione».


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21 marzo 2024 (modifica il 21 marzo 2024 | 23:28)