Donazioni dai genitori ai figli, le tasse non si pagano: come cambiano le regole nel 2024, tutte le risposte

I giudici hanno chiarito che sulle donazioni informali e indirette di modico valore, cioè quelle fatte in vita da un contribuente verso i congiunti, e che non sono registrate in atti ufficiali, non sono dovute le imposte sulle donazioni. Le donazioni formali sono registrate in atti pubblici, le altre no. Quelle informali consistono nella donazione di una somma di denaro, o di un bene, per esempio un bonifico da parte di un genitore o un parente. Le donazioni indirette consistono nell’acquisto di un bene a favore di un’altra persona, ad esempio un genitore che acquista con i i suoi soldi un’automobile per il figlio, o contribuisce all’acquisto di una casa. Sono variabili in funzione di chi beneficia della donazione: il coniuge e i figli pagano il 4% del valore oltre una franchigia di un milione di euro, i fratelli il 6% sul valore dei beni eccedenti i 100 mila euro, il 6% del valore totale dei beni, senza franchigia, i parenti entro il terzo grado, l’8% sempre sul valore totale le altre persone. Il Testo unico sulle successioni esclude dalla tassazione le liberalità informali di modico valore, “fermo restando che le imposte sono dovute sulle donazioni indirette soggette a registrazione”. Secondo una Circolare dell’Agenzia delle Entrate, la numero 30 del 2015, però, sarebbero soggetti a registrazione, e dunque tassabili, tutte le donazioni, anche quelle che non derivano da atti scritti. Secondo la sezione tributaria della Cassazione questa linea dell’Agenzia delle Entrate è “imprecisa, incompleta e non condivisibile”. Per i giudici non esiste un obbligo generalizzato di sottoporre a tassazione le donazioni indirette, anche se risultanti da atti soggetti alla registrazione. E questo per due motivi. Il primo è che sia chi effettua che chi riceve la donazione indiretta hanno solo la facoltà di registrarla. Il secondo è che anche l’amministrazione finanziaria può procedere all’accertamento di queste donazioni solo in casi specifici e limitati. Può scattare, ricordano i giudici, sono se si verificano contemporaneamente due circostanze. Che la donazione sia “confessata” nell’ambito di un accertamento fiscale per altre cause, e quando le donazioni abbiano avuto un importo superiore a 180 mila euro. Le donazioni indirette o informali possono essere sempre registrate volontariamente da chi le fa e da chi le riceve pagando anche le relative imposte. Può essere utile ai fini di chiarire la successione ereditaria, ma anche conveniente, ad esempio per chi teme un accertamento su altri tributi per l’incremento di capacità reddituale emerso con l’acquisto di un immobile. Se i soldi vengono da una donazione conviene registrarla e pagare. Si chiarisce una questione controversa e che ha dato luogo a molti contenziosi, dettando un principio cui l’amministrazione tributaria dovrà uniformarsi, a meno di un nuovo intervento di legge sulla materia.

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Cosa ha stabilito la sentenza della Cassazione?