Scenari

Bond, perché la scommessa sulle obbligazioni può valere fino al 12% (c’entrano le elezioni Usa)

di Marco Sabella
Wall Street a New York

La sede del New York Stock Exchange a Wall Street, New York

Il «sequel» potrebbe essere migliore del racconto originale. È con questa metafora cinematografica che Iain Stealey — chief investment officer per il settore del reddito fisso del colosso del risparmio gestito Jp Morgan am — tratteggia le prospettive dei mercati obbligazionari globali nei prossimi 12 mesi dopo un 2023 che ha dato buone soddisfazioni agli investitori. Archiviato il calo di oltre il 16% dell’indice obbligazionario globale Bloomberg Global Aggregate Bond Index del 2022, lo scorso anno infatti la performance delle obbligazioni globali è stata positiva del 3,7%. E questo nonostante gli ulteriori rialzi dei tassi di interesse.
Un’analisi completa delle prospettive dell’investimento in azioni, obbligazioni e strumenti alternativi è stata presentata a Londra nel corso del Media Summit internazionale organizzato da Jp Morgan am che si è tenuto nella capitale britannica la scorsa settimana. Con i suoi 3,1 trilioni (migliaia di miliardi) di dollari di masse amministrate a fine 2023, Jp Morgan am è uno degli assi portanti del sistema globale del risparmio gestito.
E il quadro tratteggiato dagli economisti e dai portfolio manager del gruppo sulle prospettive delle principali classi di investimento, è positivo, salvo forse che per la liquidità, soggetta a un rilevante «costo opportunità» rispetto a investimenti più redditizi e a un considerevole rischio di «reinvestimento» (ovvero individuazione di alternative valide) quando la remunerazione del «cash» inizierà a scendere.

Reddito fisso: il Treasury oltre il 4%

Tutt’altra musica per il mercato del reddito fisso. Il rialzo dei tassi di interesse dell’ultimo biennio e il notevole rallentamento dell’inflazione che si registra ovunque nel mondo dalla seconda metà del 2023 e che ha portato la corsa dei prezzi verso un target del 2-3% l’anno, costituiscono una buona base per le performance future. «La frenata dei prezzi e la risalita dei tassi — al 5,25% negli Stati Uniti e al 4,5% nell’Eurozona — ha spinto il rendimento “reale” (al netto dell’inflazione), delle obbligazioni verso il 2% e ha portato al superamento della lunga fase di rendimenti “reali” negativi iniziata nel 2012 e protrattasi per quasi un decennio», sottolinea Stealey. Chi investe oggi nelle obbligazioni governative dei principali Paesi «blocca» un rendimento di circa il 3,6% sui titoli decennali italiani (Btp), del 2,4% sui Bund tedeschi e addirittura superiori al 4,2% nel caso dei Treasury a 10 anni degli Stati Uniti. «Una classe di obbligazioni particolarmente interessante nei prossimi mesi è quella dei corporate bond, che offrono da 50 centesimi a un punto percentuale di rendimento in più per i titoli di area euro «investment grade», ad alta sicurezza. Mentre i «corporate» globali e statunitensi più sicuri raggiungono punte di rendimento del 4-4,5%. E quando il calo dei tassi di interesse — che secondo gli economisti di Jp Morgan am inizierà dopo giugno — sarà cosa fatta, i Treasuries americani potrebbero toccare rendimenti total retur» (cedola e guadagno in conto capitale) del 6% per le emissioni a 2 anni e del 12% per i decennali. Con una diminuzione dei tassi del 2% il Treasury a 10 anni arriverebbe un total return addirittura del 20%. E performance non dissimili potrebbero estendersi al mercato delle obbligazioni in euro in uno scenario analogo di riduzione dei tassi.

Le azioni: inutile scommettere su chi sarà il nuovo presidente Usa

La recessione tanto temuta nel 2023 non è arrivata. E oggi gli economisti sono passati da una ipotesi di soft landing dell’economia americana a una di no landing, nessun rallentamento. Da qui i risultati eccezionali degli indici azionari globali (esclusi i mercati emergenti), e in particolare di quelli a stelle e strisce con l’S&P500 in crescita del 28% e il Nasdaq addirittura del 44%. Senza contare i rialzi a doppia cifra delle Borse europee, a cominciare da Milano. «Il 2024 sarà un anno di accresciuta volatilità degli indici azionari anche a causa delle elezioni presidenziali americane», sottolinea Maria Paola Toschi, Global Market Strategist di Jp Morgan am. «Le evidenze storiche sull’andamento degli indici azionari di Wall Street, tuttavia, non indicano una chiara correlazione tra la vittoria di uno dei due partiti — Repubblicano o Democratico — sull’andamento di Borsa. Questo non significa che la vittoria dell’uno o dell’altro candidato non produca effetti sull’economia, ma semplicemente che per gli investitori non vale la pena “scommettere” su chi sarà il nuovo presidente». A sostenere l’equity Usa nel 2024 saranno soprattutto i fondamentali dell’economia. «E con tassi di crescita degli utili attesi dell’11,8% per la media delle imprese, Wall Street potrebbe continuare a correre. Soprattutto nei settori meno coinvolti dai rialzi più recenti, come l’industria, e la salute».

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