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Meloni fissa l’obiettivo 26 per cento alle Europee: “Se confermo il risultato delle politiche è una vittoria”

Giorgia meloni durante l'intervista ad Agorà
Giorgia meloni durante l'intervista ad Agorà (ansa)

La premier intervistata da Agorà su Rai 3: “Farei un passo indietro dal governo solo per mia figlia Ginevra. O se mi accorgessi che non posso incidere: non sono qui per sopravvivere”

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A poco meno di tre mesi dalle elezioni europee, Giorgia Meloni, in un'intervista ad Agorà, su Rai3, fissa l’obiettivo per Fratelli d’Italia: “Vittoria per me sarebbe confermare il risultato che mi ha portato al governo”. E quindi: asticella piantata a quota 26 per cento. Un dato in linea con le previsioni dei sondaggi politici più recenti, nei quali però si legge una tendenza al ribasso rispetto ai picchi registrati subito dopo l’ascesa al governo. L’ultimo rilevamento Radar / Swg, pubblicato proprio oggi, accredita FdI al 26,8% ma registra un calo di tre decimi nell’ultima settimana, a conferma di un trend negativo che si prolunga ormai da novembre scorso e che allontana dai fasti superiori al 28% registrati nella fase successiva all’insediamento a Palazzo Chigi.

Nell’intervista, la premier fissa anche due punti di caduta della sua esperienza di governo. Uno riguarda la figlia Ginevra: "Se mi dovessi rendere conto che deve pagare un prezzo troppo alto, ma è una bambina intelligente, forte, comprensiva, stiamo facendo del nostro meglio per non perderci in questa tempesta. L’altro punto di caduta è politico: “Non sto qui per sopravvivere, resto se posso incidere: devo sapere che sto cambiando qualcosa”. E “qualcosa” vuol dire anche l’equilibrio costituzionale, con la riforma del premierato: la riforma, dice, “entrerà in vigore in ogni caso nella prossima legislatura, prevedibilmente nel 2028” quando "non è scontato" che Giorgia Meloni sia a palazzo Chigi e il mandato di Sergio Mattarella "sarà verso il termine". E quindi “non riguarda il presente ma il futuro della nazione ed è su questo che gli italiani saranno chiamati a decidere”. Respinte le contestazioni della sinistra: “I miei rapporti con il presidente Mattarella sono ottimi – rivendica Meloni - è un rapporto che gestiamo direttamente e chi briga per ostacolarlo rimarrà deluso. La sinistra è allo sbando e non sa come dire che non le va bene una riforma che dà il potere ai cittadini”.

La leader del centrodestra si rivolge anche alla sua controparte del Pd: “Non mi permetto di dare consigli a Elly Schlein; negli anni ho visto una sinistra impegnata nella demonizzazione degli avversari mentre la politica dovrebbe essere rispetto dell'avversario, non lotta nel fango. Io ho rispetto per Schlein quindi spero che da quella parte della barricata sia lei a imprimere un cambiamento su questo”.

Da Schlein, però, Meloni afferma di rifiutare “lezioni” sul fisco: ribadisce che “le tasse non sono una cosa bellissima, lo confermo anche se la sinistra si indigna”. E sulla sanità rivendica un record di risorse sotto il suo governo. Quando invece il conduttore Roberto Inciocchi la interpella sul caso dossieraggio, la premier risponde: "Conosciamo la punta di un iceberg e sono più che preoccupata, molto indignata. Su questa storia bisogna andare fino in fondo, penso che ci sono stati gruppi di potere che hanno approfittato per interessi propri, bisogna andare fino in fondo per scoprire i responsabili e i mandanti".

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