L’INTERVISTA

Fisco, il viceministro Maurizio Leo: «Pronti a tagliare le tasse ai redditi lordi superiori ai 50 mila euro»

di Enrico Marro
Il viceministro dell'economia, Maurizio Leo, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi, Roma, 25 gennaio 2024. ANSA/FABIO FRUSTACI

Maurizio Leo, viceministro dell’Economia

Dal 2025 toccherà al ceto medio pagare meno tasse? Chi saranno i fortunati e come funzionerà?
«Dopo aver ridotto l’Irpef al ceto medio-basso — risponde il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo — dobbiamo pensare a quelli con un imponibile oltre 50 mila euro che, tra aliquota del 43% e addizionali, pagano più del 50%. Ridurremo loro l’Irpef in relazione alle risorse disponibili».

Dove le troverete?
«Contiamo sul successo del concordato preventivo biennale, che riguarda oltre 4 milioni di partite Iva e autonomi, ai quali, sulla base delle informazioni in possesso dell’amministrazione e dei dati che verranno immessi nel software che l’Agenzia delle Entrate rilascerà entro il 15 giugno, faremo una proposta sulle imposte sul reddito da pagare nel 2024 e nel 2025. I contribuenti la valuteranno ed entro il 15 ottobre decideranno se accettarla. Chi lo farà non subirà controlli. Se quindi faremo proposte ragionevoli di allineamento graduale dei redditi dichiarati a quelli reali è probabile che avremo un’alta adesione e un aumento del gettito».

Di quanto?
«Oggi è impossibile fare previsioni».

Ma se non incasserete almeno qualche miliardo non riuscirete a dare un segnale visibile di riduzione delle tasse per il ceto medio.
«Per questo sarà importante gestire con cura la fase delle proposte, così da avere un alto tasso di adesione. Voglio dire che se uno ha dichiarato sempre 15 mila euro non gli posso chiedere di colpo di dichiararne 75 mila ma certamente di allineare progressivamente il dichiarato alla realtà».

Passando per esempio da 15 a 20 mila il primo anno?
«Può essere anche di più, dipende dai dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate, per esempio quelli relativi alla fatturazione elettronica e agli indici Isa o altri dati legati all’innovazione tecnologica. È impossibile ora fare cifre».

La Lega non accetterà di sacrificare il popolo delle partite Iva sull’altare di meno tasse per il ceto medio.
«Con la Lega c’è una condivisione totale della riforma e lavoriamo benissimo».

La priorità della Lega è la flat tax fino a 100 mila euro.
«Trovando le coperture si può fare tutto, aiutando anche il ceto medio».

Cercate risorse, ma avete deciso che se l’Agenzia non riesce a riscuotere una cartella in 5 anni, si arrende.
«Chi dice questo non ha capito come funziona. Dopo 5 anni la cartella non viene buttata nel cestino, ma restituita all’ente che vanta il credito, che deciderà se gestire la riscossione in proprio, affidarla con gara a un privato o di nuovo all’Agenzia sulla base di nuovi elementi».

Ma se non c’è riuscita l’Agenzia a riscuotere, è credibile che ci riescano altri?
«Il punto è che se sono trascorsi più di 5 anni senza riscuotere è perché probabilmente il soggetto è deceduto o fallito e quindi c’è poco da fare. Tanto vale togliere questa cartella dai carichi dell’Agenzia, che così potrà concentrare il personale sulle cartelle effettivamente riscuotibili. Non si butta nulla, ma si razionalizza la riscossione».

Ma tra rottamazioni, taglio delle sanzioni, rateizzazione a 10 anni, chi paga subito sembra un fesso.
«Assolutamente no. Consideri che una cartella contiene comunque sanzioni e interessi e ulteriori interessi scattano se si chiede la rateizzazione: il 4,5% per i tributi erariali e il 10,5% per quelli previdenziali. Se somma tutto, vedrà che al contribuente conviene di più andare in banca a farsi prestare i soldi e pagare la cartella. Insomma, lo Stato, con queste operazioni, non ci rimette».

Era necessario aumentare la rateizzazione dei debiti col fisco fino a 10 anni?
«Intanto distinguiamo. Al contribuente che autodichiara di essere in difficoltà a pagare concediamo un graduale aumento della rateizzazione: dalle 72 rate attuali si salirà a 84 nel 2025-26, a 96 nel 2027-28, a 108 nel 2029-30 e poi valuteremo se arrivare a 120. Per chi invece documenta il proprio stato di difficoltà economica non cambia nulla, resta l’attuale possibilità di 120 rate. Il tutto, ripeto, accollandosi gli interessi, mica gratis».

Ma non si potrebbe, come in altri Paesi, prelevare gli importi delle cartelle direttamente dai conti correnti?
«No. Noi non dobbiamo cambiare le procedure, ma renderle più efficienti. Senza vessare il contribuente».

Anche il concordato esteso a tutti, compresi quelli con un basso indice di fedeltà fiscale (Isa) sembra premiare gli evasori. Ma non c’è mai un premio per chi invece paga le tasse senza aspettare sanatorie varie?
«Guardi che tutta la riforma ha come obiettivo di far pagare di più a chi finora non ha versato il dovuto, premiando con queste risorse i contribuenti che hanno sempre fatto il proprio dovere. Noi tendiamo la mano a chi è disposto ad adeguare le proprie dichiarazioni e allo stesso tempo saremo inflessibili con chi froda il fisco. Il tutto per far pagare meno tasse a tutti: questo è il premio».

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