Tasse e stipendi

Irpef, taglio delle tasse per chi guadagna più di 50 mila euro: come potrebbero cambiare gli stipendi nel 2025

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén

Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo: «Abbiamo fatto un primo passo per venire incontro alle fasce medio basse, ma ora dobbiamo occuparci del ceto medio». L’incognita delle risorse e le ipotesi in campo

Leo: «Dobbiamo occuparci del ceto medio e reperire risorse»

Sul tema della pressione fiscale «abbiamo fatto un primo passo per venire incontro alle fasce medio basse, ma ora dobbiamo occuparci del ceto medio». Lo ha ribadito il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, all’evento organizzato alla Camera sulla riforma fiscale. «Chi guadagna 55 mila euro non può essere considerato un super ricco e oggi questi soggetti pagano oltre il 50% di tasse», ha detto Leo. Bisogna «cambiare registro» sull'accertamento, «non agire ex post, ma ex ante, con la logica del concordato preventivo biennale, così come sulle sanzioni che oggi sono da esproprio, per esempio in materia di Iva». Leo ha però dovuto riconoscere che sì, «su questo tema bisogna intervenire», ma «prima di farlo dobbiamo reperire le risorse per poter procedere». 
Dunque, stando alle parole di Leo, il prossimo passaggio della riforma fiscale avviata dal governo potrebbe vedere un ampliamento dello scaglione medio (attualmente tra i 28 e i 50 mila euro) da portare fino ai 55 mila euro sotto l’aliquota del 35% (ora dai 50 mila euro scatta quella del 43%). Sarebbe, però, un intervento davvero esiguo (riguarderebbe solo 5.000 euro di reddito) e che, dunque, potrebbe essere accompagnato da altri interventi, come la riduzione dell’aliquota del secondo scaglione (per esempio al 34%) o di quella più alta, dal 43 al 42%. 
Proviamo a fare qualche ipotesi.

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