Caso dossier, accessi abusivi effettuati anche dopo Striano: aperta una nuova inchiesta

diFulvio Fiano

Fascicolo della procura di Roma sugli accessi abusivi alla banca dati. Ulteriori verifiche sul ruolo di Gravina e l'accusa di autoriciclaggio

Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, Raffaele Cantone, durante l audizione nella Commissione Parlamentare per la Sicurezza (Copasir) a Palazzo San Macuto, Roma, 7 marzo 2024. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Il procuratore Raffaele Cantone

Anche dopo l’allontanamento di Pasquale Striano dalla Dna — e in seguito dal Nucleo valutario della Finanza — sono continuati gli accessi abusivi al sistema di Segnalazione di operazioni sospette su cui si concentra l’indagine della procura di Perugia e che vede indagati lo stesso Striano e il magistrato Antonio Laudati. La circostanza, rivelata dal capo della procura umbra, Raffaele Cantone, all’Antimafia, trova riscontro in un fascicolo già aperto dai colleghi capitolini.

Gli accessi abusivi

I reati sono gli stessi — accesso abusivo e rivelazione di segreto istruttorio — dell’inchiesta trasmessa a Perugia per la presenza di Laudati, ma al momento è a carico di ignoti. Al centro delle verifiche del procuratore aggiunto che a Roma si occupa di reati informatici, Angelantonio Racanelli, ci sarebbe in particolare un articolo del 7 agosto 2023 de La Verità (Striano è stato allontanato dalla Dna a novembre ‘22 e dal Valutario a luglio ‘23) su presunte opacità di soci del ministro della Difesa Guido Crosetto nelle sue attività private. I due imprenditori sono stati poi prosciolti, ma proprio dalle «rivelazioni» sul titolare della Difesa, e dalla sua denuncia, era nata l’inchiesta sui dossieraggi. Non è chiaro se questo ulteriore accesso al sistema Sos sia avvenuto dai pc della Dna e se l’autore possa essere uno dei due finanzieri che accompagnavano Striano agli incontri con Emanuele Floridi, il manager vicino a Claudio Lotito, e il ds della Lazio, Maurizio Fabiani, quando — è l’ipotesi della procura di Perugia — veniva confezionato il falso dossier sul presidente della Figc, Gabriele Gravina.

Il ruolo di Gravina

Proprio il numero uno della Federcalcio è tornato ieri a parlare dell’inchiesta che lo vede indagato a Roma per autoriciclaggio in un fascicolo che ipotizza anche l’appropriazione indebita. Gravina sostiene che la sua iscrizione è avvenuta «solo per poter essere interrogato alla presenza dei suoi legali» Leo Mercurio e Fabio Viglione e che nella documentazione portata al procuratore Francesco Lo Voi e dell’aggiunto Giuseppe Cascini ci sarebbero tutte le spiegazioni per smontare l’accusa di aver assegnato, nel 2018, il bando per la tv della Lega Pro (di cui era presidente) dietro il corrispettivo di due opzioni di acquisto per una sua collezione di libri antichi. Il passaggio di soldi, 250 mila e poi 350 mila euro, sarebbe avvenuto tramite soggetti terzi, senza che l’acquisto si sia poi concretizzato. «Sono falsità di qualcuno che si diverte con veline anonime — ha detto Gravina — e immagino che la fonte sia sempre la stessa. Sono la parte lesa. Ho esibito documenti ufficiali con data certa (movimenti bancari, perizie sul valore dei libri, l’atto che ne attesterebbe l’avvenuta vendita, ndr) e tutto ha avuto riscontro. Voglio sapere oltre a chi ha predisposto il dossieraggio, anche i nomi dei mandanti». Gravina ha evocato anche le manovre per detronizzarlo. E la sua «fretta» di chiarire con i pm si spiegherebbe con l’obiettivo di arrivare agli Europei di giugno senza ombre.

La denuncia di Iervolino

Del presidente della Lazio Claudio Lotito ha parlato invece il procuratore Cantone: «Lo abbiamo sentito come persona informata ma solo sul confezionamento della Sos: non sono emersi elementi e abbiamo trasmesso tutto a Roma. C’è stata poi una serie di contatti con soggetti della Lazio, ma la responsabilità penale è personale e finché non ci sono prove...». Striano ha fatto accessi anche sul presidente della Salernitana Danilo Iervolino mentre stava comprando la società da Lotito. Nel marzo 2022 l’imprenditore aveva denunciato una fuga di notizie sul suo conto, quando era indagato per frode fiscale (poi archiviata). Iervolino scrisse, tramite l’avvocato Giuseppe Saccone, all’allora capo della procura di Napoli, Giovani Melillo, ora al vertice della Dna. Quella denuncia non ha prodotto effetti ma poi Iervolino l’ha inoltrata a

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8 marzo 2024 ( modifica il 8 marzo 2024 | 07:07)