Dossieraggio, Gravina indagato nell'inchiesta per appropriazione indebita e riciclaggio

diFulvio Fiano

La fuga di notizie e i dossier, veicolati dal finanziere Pasquale Striano e dal pm antimafia Antonio Laudati, hanno spinto il presidente della Figc a chiedere di poter chiarire le accuse

Il presidente della Figc Gabriele Gravina è indagato nell’inchiesta rivelata dallo scandalo «dossieraggi» che ipotizza i reati di per appropriazione indebita e riciclaggio per il bando di assegnazione dei diritti tv della Lega pro nel 2018. 

Contro il numero uno del calcio italiano non erano state mosse ancora contestazioni formali e la sua iscrizione nasce dalla accelerazione imposta dalla sua richiesta di essere ascoltato per poter chiarire gli addebiti in presenza dei suoi legali. 

Per oltre due ore Gravina ha sostenuto, documenti alla mano, che non c’è relazione tra quel bando e i soldi successivamente da lui ricevuti da una per due caparre di acquisto di una collezione di libri antichi, mai poi esercitate, e usati per acquistare un appartamento in via Lambro a Milano.

«Io vittima»

Proprio la fuga di notizie e i falsi dossier veicolati dal finanziere Pasquale Striano (comandante del gruppo Segnalazione operazioni sospette) e dal suo magistrato di riferimento, oggi pm antimafia, Antonio Laudati — entrambi indagati a Perugia —, hanno convinto Gravina a rompere gli indugi: «È la seconda volta che devo difendermi da un dossieraggio, questo ancora più grave — dice dopo l’interrogatorio, ancora provato —. Sono vittima ma ora mi sento più leggero perché ho potuto ristabilire la verità». 

Sui suoi «avversari», o presunti mandanti dell’operazione per screditarlo, il presidente Figc preferisce non sbilanciarsi: «Querelare Laudati? Vedremo. E a Claudio Lotito non rispondo neanche, a lui piace parlare tanto, siamo diversi». Il riferimento è al numero uno della Lazio, suo dichiarato rivale nella gestione del calcio e presunto istigatore del dossier contro Gravina, come emergerebbe dai quattro incontri tra Striano e il manager amico del patron biancoceleste, Emanuele Floridi, accompagnato dal ds laziale Mariano Fabiani.

La casa a Milano

Dall’assegnazione alla Isg- Ginko dello sviluppo del canale tematico della Lega, Gravina avrebbe ottenuto — è questa l’ipotesi che verifica il pm Maria Sabina Calabretta — almeno un versamento da 250 mila mascherato con il coinvolgimento di intermediari. Di fronte al procuratore capo Francesco Lo Voi e all’aggiunto Giuseppe Cascini, Gravina era accompagnato dagli avvocati Leo Mercurio e Fabio Viglione: «In ragione delle intollerabili strumentalizzazioni e delle ricostruzioni distorsive della verità che lo hanno chiamato in causa, pur non risultando indagato, Gravina ha chiesto di essere ascoltato a tutela della sua immagine. Una vera e propria attività di dossieraggio, rispetto alla quale si augura l’individuazione dei mandanti». Nel merito della difesa: la casa sarebbe stata acquistata con soldi propri, sul bando Gravina non aveva potere di incidere e quanto alle caparre la prima è stata restituita mentre la seconda si è poi tradotta nell’effettivo acquisto.

Il caso Salernitana

Lo scontro tra Lotito e Gravina è al centro anche di altre due inchieste a specchio sulla cessione della Salernitana imposta dalla Figc al senatore dopo la promozione in A nel 2021. Il presidente laziale ritiene ci sia stata la volontà di danneggiarlo quando sono state scartate due offerte di fondi esteri più ricche rispetto a quella di Danilo Iervolino. Mentre la Figc ha chiesto di indagare sulla «simulazione di titolarità» degli stessi fondi perché riconducibili a soggetti vicini proprio a Lotito. In corrispondenza della cessione c’è stato il picco di accessi al sistema informatico da parte di Striano per cercare notizie su Gravina, fino al confezionamento del dossier falsamente attribuito alla procura di Salerno.

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6 marzo 2024 ( modifica il 6 marzo 2024 | 22:44)