Economia

Bitcoin, nuovo record storico sopra 69mila dollari

Bitcoin, nuovo record storico sopra 69mila dollari
(reuters)

Battuto il livello del 2021, tra afflussi di denaro verso i nuovi Etf e prospettiva di halving

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MILANO – Nuovo record per il Bitcoin. La principale delle valute digitali, grazie a un guadagno di oltre il 5%, ha fissato in giornata un massimo storico a 69.200 dollari: battuto il livello del 2021.

Un momento che era nell’aria da qualche settimana e la cui prospettiva ha via via acquisito concretezza negli ultimi giorni, con le due dinamiche di sottofondo a supportarla: gli afflussi di denaro verso i “nuovi” Etf su Bitcoin spot sdoganati dalla Consob americana, la Sec; e l’avvicinarsi dell’halving, ovvero il dimezzamento della creazione di nuove monete digitali previsto come ricompensa per i supercomputer che fanno attività di mining. In aggiunta a questo, anche la prospettiva di calo dei tassi con i prossimi tagli al costo del denaro riaccende l’appeal su una tipologia di investimento altamente speculativo.

“La valuta digitale più scambiata è aumentata di quasi il 200% negli ultimi 12 mesi e del 60% dall’inizio del 2024", ricordava poco prima del raggiungimento del nuovo record Saverio Berlinzani di ActivTrades. “La criptovaluta ha superato il suo status di nicchia, registrando un aumento fondamentale della domanda all'interno di un quadro normativo chiaro”, ha commentato il co-fondatore e ceo di Bitpanda Eric Demuth citando iniziaive come il regolamento MiCa in Europa.

Come rimarca la Bloomberg, i flussi netti di capitali nei nuovi fondi lanciati da colossi quali BlackRock e Fidelity hanno ormai superato quota 7 miliardi in meno di due mesi: gli Etf devono detenere il loro sottostante, quindi a loro volta alimentano la domanda di Bitcoin.

A ciò si aggiunge il processo di halving, un meccanismo tecnico di “scarsità programmata” messo a punto oltre 15 anni fa dal misterioso informatico Satoshi Nakamoto, presunto inventore del Bitcoin. Quando i nodi della rete decentrata validano una transazione, ricevono in premio delle valute digitali: questo è il modo in cui le nuove monete vengono “coniate” e immesse nel mercato. A intervalli programmati però l’entità di questa ricompensa si dimezza, da cui il termine “halving”: il risultato è che l’offerta di Bitcoin diminuisce, cosa che – nell’ipotesi di una domanda costante o in aumento – dovrebbe far aumentare il loro prezzo.

L’halving si verifica più o meno ogni quattro anni e il prossimo, secondo le stime, dovrebbe avvenire ad aprile. Non è detto che nei giorni in cui la soglia viene superata il prezzo salga necessariamente. In occasione dei precedenti halving per esempio è capitato di vedere un aumento nei mesi precedenti – come gli attuali –un prezzo stazionario, o addirittura in discesa a cavallo del dimezzamento, e poi un nuovo rally qualche settimana dopo. Il principio di medio e lungo periodo però resta in teoria positivo per il prezzo del bitcoin, visto che l’offerta diminuisce.

Quel che sostengono diversi operatori (ce ne ha parlato qui Ferdinando Ametrano) è che sia comunque un forte momento di visibilità per la valuta digitale. Stefan von Haenisch – a capo del trading di OSL SG – parlando con l’agenzia finanziaria Usa iscrive infatti sia la narrazione dell’halving che il superamento della soglia di 69mila dollari tra i fattori capaci di scatenare la FOMO – fear of missing out, la paura di restare tagliati fuori da un giochino vincente – che porta anche gli indecisi a scendere in campo.

Il precedente picco del Bitcoin arrivò in piena fase post-pandemica, quando erano dispiegati i maxi aiuti monetari e fiscali di Banche centrali e governi per sostenere le famiglie alle prese coi lockdown. Poi la svolta da falco di Fed, Bce & Co. e l’esplosione di scandali quali quello di Ftx e Cz fecero scattare l’inverno cripto, con un tracollo delle quotazioni fino a minimi intorno a 16mila dollari. Poi la ripresa, fino alla nuova vetta.

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