Meloni attacca De Luca: «Fondi usati per le feste del fagiolo e del caciocavallo podolico» e lui: «Stile da stracciarola, si confronti con me pubblicamente»

diSimona Brandolini

La premier a Porta a Porta sull'insulto: «Colpita dal silenzio di Schlein». Il governatore: «Mi sta facendo diventare l'antagonista principe, la ringrazio». Il sindaco di Napoli: «Si torni a un confronto corretto»

«Sono rimasta molto colpita dal silenzio di Schlein sugli insulti e sui metodi di Vincenzo De Luca. Gente che fa lezioni di morale e poi non si assume le responsabilità non mi convince». Giorgia Meloni nel salotto di Porta a porta torna sull'insulto che le ha rivolto Vincenzo De Luca venerdì scorso, quando si è messo alla testa di più di duecento sindaci per una manifestazione a Roma contro l'autonomia e lo sblocco dei fondi Fsc. 

I fondi 

E proprio sull'utilizzo dei Fondi sviluppo e coesione l'affondo di Meloni: «Se uno guarda l'utilizzo dei Fondi, in Campania ho trovato la festa del fagiolo e della patata, la rassegna della zampogna, la festa del caciocavallo podolico, la sagra dello scazzatiello. Mi chiedo se queste siano le priorità. Spendere i soldi in modo più strategico può dare risultati migliori». E poi aggiunge ancora: «Abbiamo fatto una riforma dei fondi di coesione, l'80% va al Sud. In molti casi negli anni passati non sono stati spesi. Il dato della Campania è interessante aveva a disposizione oltre 3 miliardi e ha speso 800 milioni circa. Ci sono quindi oltre 2,5 miliardi a disposizione per una Regione che ne ha bisogno. Se De Luca avesse speso meno tempo a fare le dirette social e più tempo a lavorare avremmo ottenuto più risultati». La premier ripete dunque la critica sollevata venerdì dalla Calabria, a cui De Luca ha risposto con un insulto. Soprattutto entra nel merito della spesa. Il governatore campano, c'è da dire, non si è mai scusato con la presidente del Consiglio, anzi ha contrattaccato: «L'unico insulto è quello di Meloni al Sud». Insomma non è finita qui c'è da scommetterci. In mattinata il Capo dello Stato, Sergio Mattarella ha chiesto di abbassare i toni e ha difeso la presidente del Consiglio («Si assiste a una intollerabile serie di manifestazioni di violenza», ha detto).

La risposta

Alle 14 e 45 puntuale come un orologio svizzero arriva la diretta social del governatore campano e la risposta al veleno: «In un mondo politico triste avremo modo di dare elementi di vivacità anche oggi - attacca -. Da parte della presidente del Consiglio e maggioranza c'è una gara di falsificazione dei dati della Regione. Sanno che De Luca non si piega e non si vende quindi lo hanno colpito. Inoltre la nostra è un’esperienza di avanguardia, c’ho scritto un libro, ma ovviamente questo dà fastidio. Perché l’immagine della Campania sfugge all’idea di un Sud cialtrone». Prosegue: «È una campagna di aggressione mirata e di falsificazione. Stiamo attenti non possiamo dare spazio a chi adotta lo stile stracciarola, fatto di volgarità e approssimazione. Non daremo spazio a questi atteggiamenti che servono a distrarre. Abbiamo un solo obiettivo: lavorare in pace per le nostre comunità. Ho letto cose cervellotiche. Ma noi vogliamo lavorare in pace senza disturbi e prevaricazioni, le cose che riguardano la Campania si decidono a Napoli non a Roma o nelle stanze del presidente del Consiglio». Fa vedere una lista di fondi, la maggior parte tutti assegnati. «Si è esibita in una performance, con l’adozione di quello stile di cui parlavo prima. Siccome mi tira in ballo, la ringrazio per l’attenzione, mi sta facendo diventare antagonista principe, non sono uno statista sono un modesto artigiano. Ma vorrei proporre un dibattito pubblico sulla Campania, sui fondi europei, mi dia questa consolazione. O mi lascia in pace o ci confrontiamo. Non ha familiarità con la gestione dei fondi europei».  E a proposito delle sagre: «Fratelli d'Italia invitava a fare campagna elettorale nelle sagre di paese. Una Regione che dà ventimila euro alle Pro loco, onorevole Meloni... ma ci si può ridurre a questi livelli di volgarità e cialtronerie?». E ancora: «Dire "andate a lavorare", come ti permetti con toni di razzismo intollerabile. Lei si deve scusare. Chi dice "me ne frego" rivolgendosi a un presidente di Regione, si deve scusare. L'abbiamo conosciuta la sottocultura del me ne frego, sarebbe auspicabile uscire dalle intemperie di quella sottocultura».  

Il terzo mandato

Sul terzo mandato poi insiste: «Siamo osservatori esterni. Perché la Campania non ha recepito la vecchia legge. E lo faremo. Tutto qui. È un dibattito che per noi non esiste». Poi termina: «Non sono obbligato a intossicarmi la vita, ma a combattere per le nostre comunità. Grazie a chi ci sostiene».

Il sindaco

Intanto sui toni, interviene il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi che non ha partecipato alla manifestazione di Roma. «Credo che ci siano stati dei toni eccessivi, anche se è stato un fuorionda e, se noi andassimo a tirar fuori i fuorionda di tutti probabilmente ascolteremmo delle cose che nelle affermazioni pubbliche non verrebbero mai ripetute. Ma credo che bisogna ritornare nell'alveo di un confronto istituzionale corretto e ciò deve avvenire da entrambe le parti». Dice Manfredi, a Sky. Ma poi aggiunge che «le osservazioni del presidente De Luca sulla necessità di accelerare l'accordo sui fondi sviluppo e coesione per fare in modo che le Regioni possano spendere rapidamente le risorse, è un'osservazione molto giusta e riguarda - ha evidenziato Manfredi - anche i Comuni che hanno bisogno di queste risorse per completare opere che sono state finanziate con fondi europei e non ancora completate». Il sindaco di Napoli ha espresso l'augurio che «al di là della polemica tutta politica, si riporti lo spirito pragmatico degli amministratori locali anche nel confronto e nel conflitto della politica nazionale». «Vediamo insieme cosa fare per il bene dei cittadini - ha concluso -e credo che abbassando i toni si possano risolvere i problemi, ma ci vogliono risposte concrete altrimenti gli animi si riscaldano e questo non fa bene né alla politica né ai cittadini che sia allontanano da essa perché non ricevono le risposte che si aspettano».

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23 febbraio 2024 ( modifica il 23 febbraio 2024 | 16:38)