Nel 2008, si narra, Wang Chuanfu bevve un sorso di liquido per le batterie per dimostrare a un grande investitore statunitense quanto le sue automobili fossero pulite. Leggenda o meno, è certo che l’imprenditore cinese riuscì a convincere Warren Buffett a mettere 232 milioni di dollari nella sua azienda Byd, acronimo di Build Your Dreams («costruisci i tuoi sogni»).
ll sorpasso su Tesla
Ieri il 57enne Chuanfu ha coronato il suo, concepito vent’anni fa: diventare il maggior produttore al mondo di auto elettriche. Con 526 mila vetture a batteria consegnate fra ottobre e dicembre, Byd ha detronizzato Tesla, che, pur in crescita del 38%, si è fermata a 484 mila unità. Un sorpasso simbolico che pare suggellare lo spostamento della trazione dell’industria dell’auto da Occidente a Oriente.
La storia di Byd
Byd è nata nel 1995 come produttore di batterie per i cellulari di gruppi europei, coreani e giapponesi. Qualche anno più tardi, Chuanfu ebbe l’intuizione di trasferire la tecnologia alla mobilità, comprando un costruttore statale in liquidazione per sostituire i motori delle sue vetture proprio con batterie di grandi dimensioni. Il progetto era perfettamente in linea con le ambizioni del leader Xi Jinping – con cui Chuanfu è in ottimi rapporti – di fare della Cina l’avanguardia globale della transizione energetica. Un obiettivo sostenute da piani miliardari di sussidi allo sviluppo dell’elettrico in Cina, di cui Byd e i suoi prodotti sono stati fra i principali beneficiari. Leggi anche, i motivi del successo del marchio cinese. Modelli e prezzi a confronto.
Il controllo della filiera elettrica
La casa di Shenzhen è così diventata un colosso della mobilità elettrica, capace di controllare tutta la catena di produzione: dall’approvvigionamento del litio ai software, passando per la costruzione delle batterie per auto, di cui Byd è il secondo fornitore al mondo dopo l’altra cinese Catl. In questo percorso, Byd ha reso ricchi i suoi azionisti: Chuanfu anzitutto, accreditato di un patrimonio di 15 miliardi di dollari, e poi la Berkshire Hathaway di Buffett, che grazie all’investimento di 232 milioni del 2008 si trova oggi in portafoglio una quota del valore di oltre 6 miliardi.
Il divario in Borsa con Musk
La prossima sfida per Chaunfu – noto fra i dipendenti semplicemente come “il presidente” – sarà rendere Byd un marchio davvero globale. Gran parte delle 526 mila consegne effettuate dal gruppo nel quarto trimestre ha avuto come destinazione la stessa Cina. Un “provincialismo” che è probabilmente all’origine dell’enorme divario di capitalizzazione di Borsa – 78 contro 780 miliardi - che ancora separa Byd da Tesla, nota in tutto il mondo anche grazie alle trovate e agli eccessi del suo vulcanico e controverso fondatore, Elon Musk.
La campagna d’Italia
Alla luce delle traversie che hanno coinvolto gli imprenditori cinesi troppo esposti mediaticamente, Chuanfu non potrà imitare le intemperanze del rivale. Byd non sta però lesinando risorse per accelerare la sua crescita sui mercati internazionali, lanciando campagne commerciale aggressive in tutta Europa. Lo scorso giugno il gruppo è arrivato anche in Italia, dove ora è presente nel Paese con quattro modelli 100% elettrici e una decina di punti vendita.
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