Giorgia Meloni furiosa per il caso Pozzolo: «Così sembriamo inaffidabili»

di Paola Di Caro

Dopo il caso dello sparo alla festa di Rosazza cui partecipava anche il sottosegretario Andrea Delmastro, la presidente del Consiglio avrebbe voluto subito la sospensione da Fratelli d’Italia del deputato piemontese Pozzolo

Giorgia Meloni furiosa per il caso Pozzolo: «Così sembriamo inaffidabili»

La descrivono più che arrabbiata. Furiosa. Perché quella che doveva essere la rivendicazione di un anno di governo con obiettivi raggiunti — dal taglio del cuneo fiscale alle buone performance in Europa, con le rate del Pnrr ottenute, una manovra varata senza scossoni — rischia di diventare un campo minato. Soprattutto per l’atteggiamento «folle» di un deputato piemontese certamente non dell’inner circle, ma al suo inner circle legato, visto che lo sparo nella già leggendaria festa di Rosazza, nel Biellese, lambisce anche il sottosegretario Delmastro, che aveva organizzato lo sventurato veglione. E che già era stato rinviato a giudizio per le rivelazioni sul caso Cospito.

Giorgia Meloni, a caldo, era talmente infuriata da chiedere ai suoi di sospendere immediatamente Emanuele Pozzolo, ex esponente leghista da 8 anni passato a FdI: «Questa follia ci danneggia!», ha tuonato. I fedelissimi Donzelli e Fazzolari l’hanno frenata: aspettiamo di capirne di più e non trasformiamo un fatto di cronaca in un evento politico. Ma la premier è veramente fuori di sé, e la sospensione dal partito potrebbe essere imminente: dipenderà da quello che emergerà «di certo, verificato in queste ore», dicono dai vertici del partito. Perché la conferenza stampa di fine anno della premier — già slittata a causa dei suoi fastidiosissimi problemi di otoliti — domani rischia di diventare un tribunale popolare e va deciso come trattare il caso, senza cedere ai diktat dell’opposizione ma anche senza difendere l’indifendibile. Anche perché, oltre al caso Pozzolo, c’è lo scandalo Verdini a rovinare il quadro.

E poi è arrivata anche la bacchettata del Quirinale: il messaggio di fine anno era stato molto apprezzato da Meloni, ma ieri Sergio Mattarella ha duramente censurato il governo su ambulanti e balneari, nonostante su quest’ultimo punto si fosse molto adoperato il ministro Fitto per stoppare il tentato blitz di Salvini. Ma se questi sono temi politici sui quali la premier sta alacremente studiando, sul comportamento dei suoi il tema è molto più spinoso. E a lei ben chiaro. Non è la prima volta che la leader di Fratelli d’Italia si lamenta con i fedelissimi per l’atteggiamento di parte degli eletti: «In tanti lavorano come muli, danno tutto quello che hanno. Ma c’è una parte di deputati e senatori che pensa di stare in vacanza. Non hanno minimamente capito il ruolo che hanno. E fanno danni, ci fanno sembrare inaffidabili».

Raccontano che la premier sia rimasta molto male per l’assenza di tanti eletti il venerdì di fine dicembre quando, durante la festa di Atreju, parecchi hanno preferito trascinare i loro trolley verso stazioni e aeroporti e tornarsene a casa, anziché essere presenti al grande evento di partito: «Qui c’è gente che non ha capito il ruolo che ha — si è sfogata — pensa che basti venire in Parlamento, schiacciare un bottone e il compitino è finito e lo stipendio meritato. Beh, non è così».

Un discorso, molto duro, che Meloni aveva già fatto ai suoi eletti durante l’ultimo consiglio nazionale: ormai siamo al governo — il succo — serve lavoro, impegno, serietà negli atteggiamenti, capacità, non sono più i tempi dell’opposizione, quando quasi bastava alzare la voce per fare il proprio. Per questo, i suoi sono convinti che sarà molto dura con chi sbaglia. Tanto più vista la fatica che fa per mediare, smussare, trovare intese con gli alleati, anche «rinunciando a temi che potremmo anche noi usare elettoralmente», dicono i fedelissimi. Vorrebbe, Meloni, lanciare anche i programmi per il 2024, la sua mediazione tra premierato e autonomia, l’importanza della presidenza del G7 che toccherà all’Italia. Ma è ben consapevole che dovrà affrontare temi da titolo come appunto il caso Pozzolo. Ed è prevedibile che ai suoi capigruppo darà indicazioni molto chiare: controllate deputati e senatori, usate la frusta se necessario. Poi, sarà lei a dare la linea su chi punire e chi premiare. Errori così gravi, in vista delle Europee, non saranno più tollerati, promette.

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3 gennaio 2024 (modifica il 3 gennaio 2024 | 12:59)