LA CRISI MEDIORIENTALE

Mar Rosso a rischio, le navi invertono la rotta e circumnavigano l’Africa. E il petrolio torna a 80 dollari

di Redazione Economia

Mar Rosso a rischio, le navi invertono la rotta e circumnavigano l'Africa. E il petrolio torna a 80 dollari

Oltre un centinaio di navi portacontainer stanno prendendo la lunga rotta attorno all’Africa per evitare attacchi nel Mar Rosso da parte degli Houthi e secondo il colosso della logistica Kuehne+Nagel, le aziende stanno anche iniziando a considerare l’utilizzo di rotte ferroviarie e aeree poiché la via d’acqua che trasporta il 12% del commercio globale è diventata off limits.

Aumentano i tempi, circa un paio di settimane in più, per trasportare merci dall’Asia all’Europa circumnavigando l’Africa. Il che comporta maggiori spese di carburante, un milione di euro aggiuntivo per un container, e possibili rincari dei prezzi finali o addirittura mancanza di materiale. Ikea ha riferito a Bloomberg di dover affrontare ritardi e possibili carenze di alcuni prodotti. È aumentato contemporaneamente il costo dell’assicurazione delle navi che transiteranno nel Mar Rosso. Secondo tre operatori del mercato — scrive Bloomberg — la copertura è ora salita a circa lo 0,5% del valore della nave. Si tratta di un forte aumento rispetto all’inizio di questo mese, quando i costi erano fissati tra lo 0,1% e lo 0,2% circa del valore dello scafo, segnando quindi un rincaro compreso tra 200 e 400 per cento. Per una nave che costa 100 milioni di dollari, una spesa dello 0,5% si traduce in un costo assicurativo di 500.000 dollari per viaggio.

Circa il 30% del commercio globale di container passa attraverso il Canale di Suez. E nella prima metà del 2023 da Bab al-Mandeb, la porta d’ingresso da Sud verso il Mar Rosso, sono transitati 8,8 milioni di barili al giorno di petrolio. Le spedizioni di Gnl attraverso lo stretto sono state invece pari a 116 milioni di metri cubi/giorno nello stesso periodo. La tensione porta così il prezzo del greggio ancora più su, toccando il massimo da 2 settimane, col Brent europeo che torna a 80 dollari al barile. Il rialzo tuttavia resta contenuto di circa un punto percentuale poiché le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono aumentate di 2,909 milioni di barili nella settimana terminata il 15 dicembre, rispetto alle aspettative del mercato di un -2,283 milioni di barili, come hanno mostrato i dati dell’Eia Petroleum Status Report. I dati si allineano con una diminuzione di 293 mila barili nel prodotto totale fornito alle raffinerie, indicando un calo della domanda nel periodo. Inoltre, le scorte presso l’hub di consegna di Cushing, Oklahoma, sono aumentate di 1,686 milioni di barili, estendendo l’aumento di 1,494 milioni della settimana precedente.

Sale di oltre 3% anche la quotazione del gas ad Amsterdam, col Ttf poco sopra i 33 euro/Megawattora: il clima mite non desta preoccupazione ai commercianti di Gnl e le navi che arrivano dal Qatar non subiscono certamente attacchi, tuttavia c’è stato un calo del vento in Europa che ha ridotto la produzione eolica da qui il rimbalzo. Gli Houthi yemeniti e alleati dell’Iran stanno agendo a sostegno di Hamas — inizialmente prendendo di mira le navi legate a Israele — per questo gli Stati Uniti e i loro alleati stanno lavorando a una task force navale che risponda ai pericoli di navigazioni senza però aumentare la tensione. L’Arabia Saudita, che confina con lo Yemen, teme che gli attacchi spingeranno gli Houthi, che hanno un arsenale di missili balistici, a diventare ancora più aggressivi. Nel frattempo “rallenterà il traffico perché dovremo aspettare che un convoglio attraversi la regione”, ha detto a Bloomberg Tv l’amministratore delegato di Euronav, Alexander Saverys. E Bloomberg Economics ha concluso: “Molto probabilmente, il reindirizzamento comporterà prezzi più alti — soprattutto per i Paesi che dipendono maggiormente dal commercio marittimo attraverso il Canale di Suez — ma con un impatto molto inferiore rispetto al picco dell’era Covid nei prezzi dei trasporti e dell’energia”.

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