Giulia e Michele, infermieri «emigrati» in Norvegia: «Stipendio sui 4 mila euro, affitto pagato. Qui si riesce anche a mettere soldi da parte»

di Valentina Baldisserri

La testimonianza di due giovani italiani che hanno scelto di lavorare in Norvegia: «Qui c’è grande rispetto per il lavoratore. Niente stress»

Giulia e Michele, infermieri «emigrati» in Norvegia: «Stipendio sui 4 mila euro, affitto pagato. Qui si riesce anche a mettere soldi da parte»

Giulia Cellini , 32 anni di Ferrara, si è trasferita in Norvegia cinque anni fa. Michele Calvisi, 28 anni di Sassari, è nel paese scandinavo solo da qualche mese . Entrambi sono brillanti giovani e laureati in scienze infermieristiche, entrambi hanno deciso di lasciare l’Italia dopo qualche esperienza lavorativa nel nostro Paese.

Giulia e Michele sono la testimonianza diretta di un fenomeno sempre più preoccupante, ovvero la fuga degli infermieri dall’Italia. La Norvegia è solo uno degli approdi scelti da chi va all’estero (nella lista dei desideri ci sono Germania, Svizzera, Gran Bretagna ed Emirati Arabi), ma la politica dei cacciatori di teste è particolarmente aggressiva da quelle parti. Gli ultimi annunci di lavoro offrono contratti da sogno a chi vuole trasferirsi. Contratti rigorosamente a tempo indeterminato (da subito), con stipendi base doppi rispetto all’Italia, con mille bonus e benefit. E anche una migliore qualità dell’ambiente lavorativo.

La storia di Giulia

Giulia Cellini risiede a Trondheim dal maggio 2019. Lavorava già in Italia, ma era stanca del tran tran e voleva vivere un’esperienza all’estero. Così ha risposto ad un annuncio di un portale europeo che cercava infermieri professionisti per la Norvegia e da quel giorno non è più tornata.
«Ad oggi lavoro a tempo indeterminato e l’agenzia che mi ha contrattualizzata mi paga i voli da e per l’Italia. Gli inizi non sono stati facili, soprattutto per la lingua. Prima di trasferirmi , ho frequentato un corso intensivo di norvegese . Ma per quanto avevi le basi, dalla teoria alla pratica è stato un casino. Infatti all’inizio mi hanno utilizzata come Oss (operatore socio sanitario), con meno responsabilità».
Giulia oggi lavora in una struttura ospedaliera. In media sono 160 ore mensili.

B usta paga effettiva?
«Sono 320 corone norvegesi l’ora, ovvero 27,40 euro l’ora . Nel mese di luglio, per esempio, ho lavorato 20 giorni in totale per 5700 euro lordi, 3380 euro netti. E nel conteggio mancano straordinari e notti, che non faccio. Altrimenti sarebbero molti di più. C’è anche un bonus estivo per chi lavora da giugno ad agosto: sono 250 euro a settimana».


Affitto e bollette?
«Tutto pagato dall’agenzia che mette a disposizione gratuitamente una stanza in una casa in condivisione. Per tre anni non ho mai pagato nulla, poi quando ho deciso di prendere in affitto una casa per conto mio, dei mille euro che pago ogni mese mi viene rimborsata la metà. In più mi pagano i viaggi verso l’Italia ogni qualvolta decido di tornare. Anche questo è un bel vantaggio. Se mi piace stare qui? Sì molto anche perché anche a livello professionale, qui c’è molto rispetto per la figura dell’infermiere, al contrario di quanto accade in Italia. Senza contare il lato economico: da quando sono qui spendo pochissimo e ho messo da parte una cifra enorme per me, 50 mila euro».

La storia di Michele

Michele Calvisi è arrivato in Norvegia dalla Sardegna esattamente un anno fa.

Una fuga dall’Italia desiderata?
«Dal 2020 al 2021 c’è stato il Covid e io appena laureato sono stato catapultato nel reparto infettivi dell’ospedale di Cagliari. Ho vissuto tutto il caos di quei tempi, i turni massacranti, lo stress. Ho cercato una via d’uscita proprio in Norvegia. Qui in Italia la professione infermieristica è sottopagata e l’ambiente pessimo». «L’agenzia a cui mi sono rivolto è la Global Working che stava cercando infermieri. Ho fatto alcuni colloqui e li ho superati. Così mi hanno fatto fare un corso accelerato di Norvegese fino ad avere una padronanza minima.
A novembre 2022 mi ero già trasferito qui . L’offerta mi ha convinto subito: contratto a tempo indeterminato, alloggio gratuito, bollette pagate, bonus di 1000 euro annuali per i voli, e l’auto in uso (con rimborso del carburante) per gli spostamenti da una struttura all’altra».

Stipendio?
«Non ho mai preso finora meno di tremila euro in un mese. E con il fatto che molte spese sono pagate, riesco a mettere anche soldi da parte. Cosa che in Italia con 1600 euro di stipendio, mi era davvero difficile».

Desideri tornare in Italia?
«Assolutamente no. Non ci penso nemmeno. Molti mi dicono: sì però lì fa freddo ed è sempre buio. Io rispondo che qui si vive benissimo, ho tanti amici e le condizioni di lavoro sono eccezionali. Consiglio a tutti i giovani di fare questa esperienza».


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27 novembre 2023 (modifica il 27 novembre 2023 | 21:01)