Manovra

Il Fisco avrà accesso diretto ai conti correnti: arriva il pignoramento telematico per chi ha debiti

di Diana Cavalcoli

Il Fisco avrà accesso  diretto ai conti correnti: arriva il pignoramento telematico per chi ha debiti

Il fisco potrà accedere direttamente ai conti correnti dei contribuenti debitori, per verificarne la disponibilità, prima di effettuare un pignoramento. In sintesi se c’è disponibilità scatta l’ordine di pagamento. Lo prevede la bozza della Manovra fiscale varata nei giorni scorsi dal governo Meloni (qui tutte le novità previste dalla legge di Bilancio e a questo link il testo integrale in pdf della bozza della Manovra 2024).

La consultazione dei conti correnti e l’occhio del Fisco

La novità riguarda il pignoramento dei conti scoperti dalla consultazione dell’archivio dei rapporti finanziari. L’agente della riscossione potrà, nella fase stragiudiziale (che si svolge al di fuori del tribunale senza l’intervento del giudice) accedere con «collegamento telematico diretto, alle informazioni relative alle disponibilità giacenti» sui conti. Se dovessero emergere «crediti del debitore» nella disponibilità di uno o più operatori finanziari, l’agente «redige e notifica telematicamente al terzo, senza indugio, l’ordine di pagamento». «La notifica dell’ordine di pagamento è effettuata, a pena di nullità, anche al debitore, con le modalità stabilite», non oltre trenta giorni dalla notifica al terzo.

Le nuove ipotesi

Tra le ipotesi circolate nelle ultime ore c’è anche il tetto di mille euro. Se l’importo del credito con il fisco è sotto i 1.000 euro, non scatterebbe il pignoramento telematico. «Per esigenze di massima tutela del debitore», si spiega, «se l’importo complessivo del credito per cui si procede è inferiore complessivamente a mille euro», non scatta la procedura in base alla quale il fisco, se trova crediti del debitore nella disponibilità di uno o più operatori finanziari, notifica «telematicamente al terzo, senza indugio, l’ordine di pagamento».

I controlli su banche e poste

Le soluzioni tecniche per l’accesso alle informazioni, si precisa nella norma, sono definite con un decreto del Mef (cui è demandata anche la definizione delle «specifiche modalità informatiche» con cui va redatto e notificato telematicamente l’ordine di pagamento), sentite l’Associazione bancaria italiana, Poste italiane e l’Associazione italiana dei prestatori servizi di pagamento, nonché il Garante per la protezione dei dati personali. Questo, si precisa, anche ai fini dell’adozione, da parte dell’Agenzia delle entrate-Riscossione di «idonee misure di garanzia a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati, attraverso la previsione di apposite misure di sicurezza, anche di carattere organizzativo».

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