I mercati e la manovra

Btp, titoli di Stato a un passo dal 5%, come nel 2012: cosa significa e quanto ci costa

di Federico Fubini

Btp, titoli di Stato a un passo dal 5%, come nel 2012: cosa significa e quanto ci costa

Quando una frase di un vice-governatore della banca centrale del Canada manda i rendimenti dei titoli di Stato italiani ai massimi da undici anni, significa che il contesto è cambiato. E che gli investitori, prima ancora della Commissione europea, leggeranno ogni riga della prossima legge di bilancio alla luce del nuovo contesto. Ieri, è successo: Nicolas Vincent, nuovo vice-governatore della Bank of Canada,ha fatto capire che nel suo Paese la serie di rialzi dei tassi ufficiali potrebbe non essere finita ora che hanno raggiunto il 5%. Vincent ha notato solo che le aziende continuano ad alzare i prezzi più spesso rispetto a prima della pandemia. Ma è bastato questo a far salire i rendimenti dei bond sovrani canadesi ai massimi da 16 anni e a innescare una nuova, brusca scossa su tutti i mercati mondiali del reddito fisso.

La spinta partita da Ottawa peraltro è stata alimentata anche dai segnali dell’economia americana: in agosto il numero di posti di lavoro disponibili è cresciuto, a sorpresa, a 9,6 milioni; significa che l’economia americana, sospinta da un deficit pubblico superiore al 6% del prodotto lordo in sussidi, incentivi all’industria e agli investimenti, non si sta raffreddando. L’enorme deficit americano continuerà a rovesciare sui mercati un’offerta di titoli del Tesoro per migliaia di miliardi, così ampia da far sì che i rendimenti debbano salire per trovare investitori disposti a comprare. È su questo sfondi che martedì il rendimento dei titoli del Tesoro italiani a dieci anni è salito ai massimi dal 2012, quando l’Italia stava cercando di uscire dalla crisi del debito. Ora rendono il 4,93%.

Anche i rendimenti dei Bund decennali tedeschi sono saliti, ai massimi dal 2011, eppure lo spread con i Btp si è allargato a 196 punti (1,96%): i titoli italiani, fra quelli dei Paesi avanzati, si sono distinti per il maggiore aumento dei rendimenti dopo quelli canadesi. Il segnale è stato chiaro. I deficit elevati in tutto l’Occidente, l’inflazione in calo solo lento e l’impressione che le banche centrali terranno i tassi alti a lungo pesa sui rendimenti di tutti gli emit-tenti di debito. Non però allo stesso modo: di più sui Paesi considerati più fragili, specie se propongono ancora leggi di bilancio espansive e un piano di rientro dal debito molto lento. Nel nuovo contesto globale, le specifiche vulnerabilità italiane notano di più. Non sarà semplice per il governo trasformare in legge l’attuale piano di bilancio, se questo slittamento continua. Perché ogni scossa arriva, in Italia, amplificata.

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