I conti pubblici

Tredicesime, salta la detassazione: sparito il bonus 2023. Subito i fondi per pensioni e statali

di Mario Sensini

Tredicesime, salta la detassazione: sparito il bonus 2023. Subito i fondi per pensioni e statali

Una legge di Bilancio «destrutturata», con una parte della manovra anticipata a quest’anno e un diluvio di disegni di legge collegati, ben 32, cui affidare la definizione di gran parte delle misure previste per il prossimo anno. Spogliata di molti contenuti di merito, che saranno discussi nei collegati, la legge di Bilancio del 2024 si limiterà a definire le risorse e i provvedimenti principali, il taglio del cuneo, le misure per le pensioni, i contratti dei dipendenti pubblici. Anche la riduzione delle aliquote e il taglio dell’Irpef saranno definiti da un provvedimento a parte, un decreto legislativo di attuazione della delega. L’anticipo della riforma al 2024, con la detassazione delle tredicesime di dicembre, intanto, è stato accantonato. Il governo ha scelto di utilizzare i 3,2 miliardi guadagnati alzando un po’ il deficit di quest’anno per l’adeguamento delle pensioni, le retribuzioni nel pubblico impiego, i costi dell’immigrazione.

Con un decreto, tra pochi giorni, si provvederà a recuperare lo 0,8% di indicizzazione Istat che ancora manca per il 2023 (riferito all’inflazione 2022). Poi dal prossimo anno, con la legge di Bilancio, si provvederà al nuovo adeguamento per l’inflazione 2023, poco più del 5%. Con il decreto dovrebbe arrivare anche la conferma del bonus dell’1,5% sulle retribuzioni dei dipendenti statali, che costerà un miliardo di euro. Altri fondi saranno destinati alla gestione dei flussi migratori e dei Cpr. Dei 32 collegati alla legge di Bilancio elencati nella Nadef, 17 erano già stati indicati a maggio nel Documento di economia e finanza e sono stati confermati. Uno, la delega fiscale, è già stato portato a casa. Di altri tre collegati previsti ad aprile, turismo, rifunzionalizzazione delle carceri e piante organiche degli uffici giudiziari, si sono già perse le tracce. Cosa che succede spesso ai collegati delle leggi di Bilancio. Negli ultimi quindici anni ne sono stati approvati meno di due l’anno.

Il governo, però, ci riprova e ai 17 ddl indicati nei mesi scorsi ne aggiunge altri 15. Dovranno tutti essere presentati entro il prossimo 15 novembre, anche se adesso non godono più della corsia preferenziale riservata alla sessione di bilancio. Potrebbero dunque essere approvati anche più in là, rinviando gli effetti ad anno inoltrato. Cinque dei vecchi collegati sono già in Parlamento: autonomia differenziata, incentivi alle imprese, competitività dei capitali, promozione del Made in Italy e la disciplina della professione di guida turistica. Tra i nuovi collegati i due più importanti forse sono quelli che prevedono misure a sostegno «della maternità nei primi anni di vita del bambino» e alle «famiglie numerose». Il nuovo pacchetto famiglia, per il quale il ministero dell’Economia sta studiando formule innovative. Nel 2023 le varie detrazioni si sono trasformate nell’Assegno unico, che ha tirato meno del previsto e ha l’inconveniente di pesare sulla spesa (invece che sulle entrate), il primo aggregato monitorato dalle regole di bilancio europee.

Si prevede, poi, la riorganizzazione e il potenziamento della sanità territoriale, il riordino delle professioni sanitarie, misure relative alla carriera dei dirigenti pubblici, una delega per le «politiche abitative per gli studenti universitari», e un’altra delega per la revisione della «gestione dei diritti audiovisivi» legati allo sport e lo sviluppo delle infrastrutture sportive.
Domani, intanto, nuova emissione dei Btp Valore a 5 anni, riservati ai piccoli risparmiatori, con tassi garantiti del 4,10 per i primi tre anni e 4,50 per gli ultimi due e un premio fedeltà per chi li tiene fino alla scadenza. A giugno vennero collocati 18 miliardi di questi titoli a quattro anni. Adesso il Tesoro prova a fare il bis.

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