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Pnrr, riparte il negoziato con l’Ue. Confronto sulla revisione del piano

di Francesca Basso

Pnrr, riparte il negoziato con l'Ue. Confronto sulla revisione del piano Il ministro Raffaele Fitto

Dalla nostra corrispondente
BRUXELLES - Riprende il dialogo tra Commissione europea e governo italiano sul piano nazionale di ripresa e resilienza dopo la pausa estiva. Lunedì il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, che ha la delega al Pnrr, ha incontrato a Bruxelles Céline Gauer, che guida la task force della Commissione Ue istituita per l’attuazione del Recovery Fund. Per ora l’atmosfera è serena. «È andata molto bene, sono ottimista», ha detto il ministro Fitto uscendo dall’incontro. «Clima positivo e costruttivo», ha dichiarato un portavoce della Commissione Ue.

Sul tavolo ci sono i nodi da sciogliere che c’erano prima delle vacanze, anche se a fine luglio finalmente Bruxelles ha dato semaforo verde al pagamento della terza rata da 18,5 miliardi (la richiesta di Roma risale al 31 dicembre scorso), dopo un’attenta analisi del raggiungimento dei target concordati e lo scorporo di un obiettivo da 500 milioni (la realizzazione dei posti letto negli studentati), trasferito sulla quarta rata del Pnrr, che a sua volta ha ricevuto il via libera della Commissione Ue alle modifiche (dodici). Ora vale 16,5 miliardi e prevede il raggiungimento di 28 obiettivi, invece dei 27 iniziali. Serve però ancora il benestare del Consiglio. Il governo conta di incassare il terzo assegno entro gli inizi di ottobre e nel giro di qualche settimana chiedere anche il pagamento della quarta rata, per riceverlo entro fine anno. Roma non si può permettere ulteriori ritardi. L’elaborazione della legge di bilancio ha messo in evidenza lo spazio di manovra ridotto. Dal prossimo gennaio torna il Patto di stabilità, seppure con i nuovi orientamenti della Commissione. Non è un caso se il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di manovra «complicata» con la quale «non si potrà fare tutto».

Al centro dell’incontro di un’ora e mezza anche la richiesta di revisione dell’intero Pnrr, presentata dall’Italia l’8 agosto scorso, che prevede la modifica di 144 obiettivi su 295, più il capitolo RePowerEu, che vale 19,2 miliardi, con i progetti in campo energetico per accelerare l’indipendenza dalle fonti fossili russe e la transizione verde. Il nuovo piano è il risultato di un dialogo preventivo condotto dal ministro Fitto nei mesi scorsi con la Commissione, nel tentativo di evitare bocciature a progetti come è accaduto con la terza rata. Il via libera dovrebbe arrivare entro fine anno e nelle prossime settimane seguiranno altre riunioni a livello tecnico. Il Pnrr italiano vale 191,5 miliardi, richiede un grande sforzo di spesa e il nostro Paese è tradizionalmente carente su questo aspetto.

Finora Bruxelles ha sempre avuto un occhio di riguardo per Roma. È noto l’ottimo rapporto tra la presidente Ursula von der Leyen e la premier Giorgia Meloni. Le elezioni europee sono alle porte e von der Leyen, per un’eventuale riconferma, avrà bisogno anche del sostegno di Roma e dell’azione diplomatica che può esercitare sugli altri leader conservatori. Ma proprio perché sarà un anno elettorale non è detto che all’interno della Commissione non possano venire sollevate critiche se il governo non rispetterà puntualmente gli impegni. L’eliminazione di 9 misure dal Pnrr, pari a circa 16 miliardi, destinate agli interventi contro alluvioni e dissesto idrogeologico e alla valorizzazione del territorio ha sollevato qualche dubbio a Bruxelles e accese polemiche in Italia. Ma il ministro Fitto ha spiegato che il governo intende usare altri fondi per quei progetti.


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