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Bonus carburante da 150 euro: perché il governo ci pensa e chi lo riceverà

di Nicola Bracci

Bonus carburante da 150 euro: perché il governo ci pensa e chi lo riceverà

«La carta potrà essere utilizzata anche per il bonus carburante a cui sta pensando il ministro Adolfo Urso, e qui suggerirei, come platea, una particolare attenzione a studenti e pendolari». Così Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore fa un bilancio sul funzionamento della carta “Dedicata a te”, a 40 giorni circa dalla sua introduzione. I dati sono così confortanti, secondo il ministro, da far immaginare un impiego più esteso della social card che oggi, con un valore nominale di 382,50 euro, permettere di acquistare solo generi alimentari di prima necessità. Un bonus una tantum contro l’impennata dei prezzi di benzina e diesel, da erogare tramite ricarica della tessera, è in cantiere ormai da qualche tempo.

A chi è destinata la card

Il bonus carburante, che vede in prima linea il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, potrebbe tradursi in un assegno da 150 euro destinato solamente alla fascia di reddito più bassa, quella al di sotto dei 25mila euro annui. L’obiettivo di Palazzo Chigi, al lavoro sulla Legge di Bilancio 2024, è intervenire sui rincari limitando il più possibile l’esborso. Dunque, nella fattispecie, mitigare l’impatto del caro carburante non intervenendo in senso strutturale ma concedendo sostegni solo a chi ne ha “veramente bisogno”, almeno secondo le valutazioni. Sebbene per il momento si tratti solamente di un’ipotesi, secondo i dettagli trapelati la social card sarebbe rilasciata a seconda del rispetto o meno dei requisiti, indipendentemente da una richiesta da parte del beneficiario.

La copertura finanziaria

Conti alla mano, il costo complessivo per lo Stato non supererebbe i 2 miliardi di euro. Risorse che, secondo fonti qualificate riportate da Il Messaggero, non «sarebbero impossibili da trovare attingendo all’extragettito dell’Iva». Diversamente, il taglio delle accise graverebbe in modo sulle casse pubbliche. La mossa è invocata da più parti ed era tra le promesse elettorali del partito di Giorgia Meloni, ma oggi non rientra tra i piani dell’esecutivo. Secondo le forze di maggioranza tagliare le accise richiederebbe oltre 13 miliardi di euro: somma che sembra destinata, invece, ad altri interventi da inserire nella prossima finanziaria, dalla rimodulazione delle aliquote Irpef alla proroga del taglio al cuneo fiscale per i lavoratori con redditi bassi.

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