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Istat, fiducia in calo per i consumatori. Tra le imprese è ai minimi dal novembre 2022

Istat, fiducia in calo per i consumatori. Tra le imprese è ai minimi dal novembre 2022
(bussalino)
Più marcata la flessione delle aziende, fiducia ai minimi dal novembre 2022. Dati sulla fiducia in calo anche a livello di Eurozona
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MILANO – I segnali di rallentamento dell’economia si fanno più chiari. Con la Cina che vive le note difficoltà economiche, nel settore immobiliare in particolare, e la Germania in stagnazione che lancia un programma di sgravi da 7 miliardi per sostenere le sue Pmi, secondo gli osservatori è difficile che anche l’Italia non risenta del contraccolpo. Con possibili ripercussioni, certo non auspicate, nella scrittura dei prossimi conti pubblici (nella Nadef) e quindi nella definizione degli interventi della Manovra.

Le indicazioni sulla cautela che circola nell’economia tricolore sono chiare dai dati Istat sulla fiducia, appena pubblicati. Per il mese di agosto si stima un lieve calo del clima di fiducia dei consumatori con l'indice che passa da 106,7 a 106,5. Più accentuata invece la diminuzione per l'indice composito del clima di fiducia delle imprese che cala da 108,9 a 106,8. Siamo così ai minimi dal novembre 2022.

L’Istituto di statistica sottolinea che per le imprese si è registrato un generalizzato peggioramento in tutti i comparti economici indagati e che l'indice si attesta sul valore più basso da novembre 2022. L'indice di fiducia passa da 99,1 a 97,8 nella manifattura e da 166,5 a 160,2 nelle costruzioni. L'indice passa, nel commercio al dettaglio, da 111,0 a 108,8 e nei servizi di mercato da 105,5 a 103,6.

Il calo è immediatamente colto dalle associazioni dei consumatori. L’Unione nazionale parla di un "dato negativo e allarmante” e seppure il calo per i consumatori sia lieve rimarca che “è preoccupante che si verifichi proprio durante le ferie degli italiani che solitamente ridanno ottimismo e fiducia. Il problema è che le famiglie hanno dovuto fare i conti con i rincari e i prezzi stellari, che li hanno fatti restare con i piedi per terra". Tra gli spiragli positivi e inaspettati, c’è il fatto che “nonostante l'inflazione migliorino sia i giudizi che le attese sulla situazione economica della famiglia, mentre il carovita ha influito negativamente sul dato relativo alla situazione economica dell'Italia”. 

"Il drastico calo della fiducia delle imprese e i segnali negativi sulle aspettative dei consumatori sono un campanello d'allarme che il Governo farebbe bene a non sottovalutare, adottando subito misure di contrasto", annota invece Assoutenti

I timori di imprese e consumatori italiani non sono certo un’eccezione. Ad agosto, l'indicatore del

sentimento economico (Esi) ha continuato a diminuire sia nell'Eurozona (-1,2 punti a 93,3) che nell'Ue (-0,6 punti a 92,9), emerge sempre oggi dagli ultimi dati della Commissione europea. Anche l'indicatore delle aspettative di occupazione (Iee) è sceso ulteriormente (-1,3 punti a 102,1 nell'area euro e -1,0 punti a 101,7 nell'Ue).

Tornando all’Italia, l’Istat ha anche diffuso i dati, questa volta relativi al mese di giugno, sul fatturato dell'industria: al netto dei fattori stagionali, è salito dello 0,4% in termini congiunturali, risultante da una crescita sul mercato interno (+1,8%) e da un calo su quello estero (-2,2%). Corretto per gli effetti di calendario, il fatturato totale cresce in termini tendenziali dell'1,3%, sintesi di un incremento del 3,2% sul mercato interno e di una diminuzione del 2,3% su quello estero. Resta la debolezza del momento per il nostro manifatturiero: nel secondo trimestre l'indice complessivo è diminuito dello 0,6% rispetto al trimestre precedente.

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