A occhio e croce, la nuova misura inserita nella legge delega di riforma del fisco, appena approdata in Senato dopo l’ok alla Camera, appare come un piccolo regalo al settore del turismo e delle Partite Iva. Il concordato biennale pensato dal governo, infatti, avvantaggerà soprattutto quelle piccole imprese che, presumibilmente, possono sperare di avere margini di miglioramento degli introiti nei prossimi due anni. Dunque, esercizi pubblici e settore turistico in primis. In soldoni, se la misura andrà in porto, l’Agenzia delle Entrate incrocerà tutti dati in suo possesso relativi a uno specifico contribuente per arrivare a stimare un ipotetico reddito lordo per i due anni successivi. A questo punto, se l’interessato accetterà il calcolo, pagherà le tasse per 48 mesi su quell’importo e se dovesse guadagnare di più, sull’extra non pagherà nulla. L’Iva, invece, verrà applicata con le regole ordinarie. Insomma, una buona scommessa per le attività ben avviate.
Partite Iva, bar e negozi: tasse «fisse» per due anni per chi è in regola
di Massimiliano Jattoni Dall’Asén
I dettagli nei decreti legislativi
Come detto, i soggetti interessati sono le piccole attività. Nella legge delega si fissano i principi generali e sono poi i decreti legislativi a fissare le regole. Dunque, al momento non si può sapere quale sarà la soglia di fatturazione entro la quale si deve essere per aderire all’offerta dell’Agenzia delle Entrate. L’unica cosa che viene detta nel testo è che riguarderà, appunto, “soggetti di minore dimensione”. Altro possibile parametro potrebbe essere quello relativo all’affidabilità fiscale delle piccole imprese interessate, permettendo di aderire alla proposta solo quei soggetti che nella classifica degli indicatori sintetici di affidabilità (Isa), abbiano un voto alto o molto alto.
Gli obiettivi dichiarati
Aderire o meno alla proposta sarà una libera decisione del contribuente che, se accetta, si mette sostanzialmente al riparo da controlli nei successivi due anni. Questo, secondo le intenzioni, ridurrebbe la propensione - altissima in Italia - al nero e, dunque, all’evasione fiscale, assicurando allo Stato il versamento dell’Iva calcolata dall’Agenzia.
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