Terrepadane, consorzio agrario basato a Piacenza, con oltre 250milioni di euro di fatturato 2022, rischia il commissariamento da parte del ministero delle Imprese e del made in Italy al termine di una battaglia giudiziaria tra i soci per il controllo dei vertici della società cooperativa. Battaglia che vede sullo sfondo contrapporsi da una parte la Confcooperative con a capo Maurizio Gardini, schierata con l’attuale presidente di Terrepadane, Marco Crotti, e dall’altra Uecoop, presieduta dal leader della Coldiretti, Ettore Prandini, contro. Il 24 luglio la proposta di commissariamento sarà discussa nella Commissione centrale per le cooperative, organo consultivo del ministero guidato da Adolfo Urso. Il dicastero delle Imprese, in quanto vigilante sulle coop, ha il potere di disporne il commissariamento.
La pronuncia del tribunale di Bologna
La diatriba, che si trascina da due anni e ha visto già un lodo arbitrale favorevole agli attuali vertici di Terrepadane, due ispezioni ministeriali conclusesi invece contro e un ricorso dei soci vicini a Coldiretti al tribunale di Bologna, che si pronuncerà il 3 agosto, riguarda formalmente la regolarità dell’assemblea che il 19 maggio 2021 elesse Crotti e il consiglio di amministrazione. Ma nella sostanza riguarda il futuro di Terrepadane, con i soci vicini a Coldiretti favorevoli al progetto Consorzi agrari d’Italia, il colosso del Nord-Est che ha già assorbito numerosi consorzi agrari della vecchia Federconsorzi, e gli attuali vertici, sostenuti da Confcooperative, che si oppongono in nome dell’autonomia decisionale della società. Il ministero è deciso ad andare avanti sulla strada del commissariamento, forte di un parere dell’avvocatura dello Stato. Crotti spera invece che prima di ogni decisione si aspetti almeno la pronuncia del tribunale di Bologna. In ogni caso ha appena scritto al ministero diffidandolo dal procedere col commissariamento, contro il quale è già pronto a ricorrere al Tar. La battaglia continua.
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