Pnrr, l’ipotesi di più fondi per il Superbonus 110%. Fitto: «Sostegno per le bollette»
di Enrico Marro
di Federico Fubini
Accordo raggiunto sul problema dei posti letti negli studentati universitari, che dovrebbe sbloccare - benché con mesi di ritardo - la terza rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’intesa che il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto presenterà alla Cabina di regia del Pnrr è articolata su più stadi per risolvere un problema di fondo: l’Italia, secondo la Commissione europea, non era riuscita a raggiungere l’obiettivo quantitativo previsto di aggiungere 7.500 posti letto in studentato entro la fine del 2022. Il governo si è sempre detto convinto di aver soddisfatto questa richiesta ma, secondo Bruxelles, una parte dei posti letto era preesistente e non avrebbe dovuto essere contata nel finanziamento.
di Enrico Marro
Su questo problema le parti sono rimaste bloccate, letteralmente, per mesi. Ora arriva un compromesso simile a quello raggiunto sugli asili nido, dove la contestazione di Bruxelles relativamente alla quarta rata (obiettivi di giugno 2023) era stata simile: una parte dei fondi rischiava di andare a rinnovare posti in asilo nido già esistenti. Il compromesso è il seguente: l’obiettivo quantitativo di creare 7.500 posti in studentato entro fine 2022 sparisce; al suo posto ci sarà un obiettivo qualitativo, relativo ad aver avviato tutte le procedure necessarie (gare, autorizzazioni) perché l’Italia crei un numero complessivo di 60 mila posti letto universitari in più entro la fine del 2026. Quest’obiettivo qualitativo inoltre non sarà più legato alle scadenze della terza rata (dicembre 2022), ma a quelle della quarta rata (giugno 2023).
di Federico Fubini e Marco Galluzzo
In questo modo il pagamento della terza rata verrà effettuato senza tenere conto delle somme legate alla creazione degli studentati. Tuttavia quella quota di fondi (fra 300 e 500 milioni di euro, a seconda dell’interpretazione) verrà integrata negli obiettivi della quarta rata e versata con quella, sempre che le condizioni risultino soddisfatte. Dunque nel complesso le somme versate all’Italia per la realizzazione del Pnrr sarebbero immutate. Ci sarebbe anche l’ipotesi di versare simultaneamente al governo nella seconda metà di quest’anno la terza e la quarta rata, per 35 miliardi di euro complessivi (sulla carta oggi la terza rata vale 19 miliardi e la quarta ne vale 16) oppure, in un’alternativa che sembra molto più probabile, si cercherà di erogare al più presto la terza rata ed entro l’anno anche la quarta, per un totale di 35 miliardi che nel complesso dunque non cambierebbe.
di Valentina Iorio
« Dopo un’approfondita interlocuzione con la Commissione europea, il governo italiano ha presentato nella riunione della Cabina di Regia sul Pnrr una richiesta di modifica in materia di riforma degli alloggi per studenti, al fine di: inserire una nuova milestone nella quarta rata; chiarire le condizioni e gli obiettivi della misura; correggere alcuni errori materiali», spiega Palazzo Chigi in una nota. «In accordo con la Commissione, le modifiche proposte non avranno alcun impatto sull’importo complessivo dei pagamenti che l’Italia riceverà nel 2023 con la terza e la quarta rata (per un importo totale di 35 miliardi di euro). La terza rata prevedeva 54 obiettivi per 18,5 miliardi di euro, mentre la quarta 28 obiettivi per 16,5 miliardi. Il totale di 35 miliardi di euro previsto dal Pnrr nel 2023 sarà incassato per intero», prosegue la nota. «Con la decisione odierna della Cabina di Regia, il governo presenterà formalmente la proposta di modifica della quarta rata alla Commissione europea. La proposta sarà esaminata dalla stessa Commissione e poi dal Consiglio dell’Unione europea congiuntamente alle altre 10 proposte di modifica della quarta rata già esaminate dalla Cabina di Regia e presentate l’11 luglio alla Commissione». La Commissione Ue valuterà l’emendamento proposto nel contesto del quadro normativo relativo alle revisioni dei piani di risanamento e di resilienza. «Non prevediamo modifiche all’importo complessivo dei pagamenti che l’Italia dovrebbe ricevere nel 2023, tenendo conto della terza e della quarta richiesta di pagamento», ha spiegato un portavoce della Commissione Ue.
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