MYKOLAIV - La controffensiva ucraina va all’estero. Sempre più spesso, minacciando i cittadini russi in casa loro. La guerra da esportazione contro l’invasore ha appena conosciuto un altro capitolo in escalation: diciassette chili di esplosivo lanciati su Mosca, e precipitati nella sua larga provincia.
Il drone, che sosteneva l’esplosivo, è stato trovato da una residente in un’area boschiva vicino a Noginsk, 50 chilometri a Est della capitale. Nel pomeriggio di domenica scorsa la donna ha riferito alla polizia di aver trovato un «grosso aliante» a 300 metri da casa sua: aveva travolto un albero. Era, in verità, un drone UJ-22 Airborn di fabbricazione ucraina, lungo 3,5 metri: era andato giù perché aveva esaurito il carburante. Al suo interno sono state trovate trenta bricchette, del peso di 570 grammi l’una, cariche di esplosivo. Non si sa da dove il drone sia partito, visto che quel tipo può volare per 800 chilometri.
Il Washington Post ha rivelato che a febbraio, a pochi giorni dall’anniversario dell’inizio della guerra, il generale Kyrylo Budanov, a capo dell’intelligence militare, aveva incaricato i suoi ufficiali di «prepararsi per gli attacchi del 24 febbraio», da realizzare con tutto ciò che l’esercito ucraino aveva a disposizione. Il governo aveva teorizzato di colpire via mare, con il tritolo, la città portuale di Novorossijsk, sul Mar Nero.
Washington ha monitorato, segretamente, i piani ucraini: da tempo la Casa Bianca temeva che i colpi portati sul territorio della Russia potessero provocare una risposta aggressiva di Vladimir Putin. Il 22 febbraio scorso, due giorni prima dell’anniversario, la Cia avrebbe diffuso un nuovo report riservato secondo cui l’intelligence militare ucraina «aveva accettato, su richiesta americana, di rinviare gli attacchi» su Mosca. I 17 chili di esplosivo atterrati domenica scorsa non lontano da Mosca somigliano, ora, a una disubbidienza posticipata rispetto alle indicazioni di Joe Biden e sono, comunque, una dimostrazione di autonomia bellica da parte degli ucraini.
Domenica scorsa, una bomba inesplosa è stata scoperta in strada e il genio russo ha dovuto evacuare duemila persone da diciassette edifici. Il giorno prima l’aviazione russa l’aveva bombardata per sbaglio. Non passa giorno che a Belgorod non si registri un incendio, un sabotaggio, un attentato.