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Banche, cosa succede al conto corrente in caso di fallimento? Come proteggere i risparmi

di Alessia Conzonato

Banche, cosa succede al conto corrente in caso di fallimento? Come proteggere i risparmi

Il fallimento di una banca è un evento raro, ma non impossibile. Lo hanno dimostrato gli avvenimenti che nelle ultime settimane hanno interessato prima l’istituto di credito americano Silicon Valley Bank e più tardi lo svizzero Credit Suisse. Allora, come possono i clienti tutelare i propri risparmi? La legge italiana stabilisce che il caso venga seguito da un curatore fallimentare, una figura che ha il compito di provvedere all’amministrazione del patrimonio e compie tutte le operazioni della procedura fallimentare sotto la vigilanza del giudice delegato e del comitato dei creditori. Il suo compito, quindi, è vendere i beni della banca e ripagare i titolari di credito secondo un ordine prioritario stabilito dalla legge. Per farlo, c’è anche la possibilità di attingere anche ai conti correnti dei clienti.

Il Fondo interbancario di tutela dei depositi

Il primo strumento a disposizione è il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd): nel nostro Paese copre depositi a risparmio liberi o vincolati (conti di deposito), certificati di deposito e assegni circolari fino a un limite massimo di 100 mila euro per ciascun risparmiatore e 200 mila euro nei casi dei conti cointestati. Il rimborso del capitale avviene entro 7 giorni lavorativi da quando si manifestano gli effetti del provvedimento di liquidazione coatta della banca. È importante, però, sottolineare due aspetti: avendo priorità l’obbligo della banca di risarcire i debiti, è possibile che i clienti subiscano una perdita o debbano attendere più tempo del previsto per indisponibilità di fondi; inoltre, i conti correnti maggiormente a rischio, ovviamente, sono quelli da oltre 100 mila euro, non avendo una copertura garantita per il denaro eccedente (che, quindi, è consigliato spostare presso un altro istituto per non perderlo completamente).

L’eccezione

Il Fitd copre i risparmi delle piccole imprese e degli individui (che non siano in valuta estera). Non sono compresi quelli di grandi imprese, investitori istituzionali o depositi da istituzioni finanziarie non bancarie. Sono previste, però, alcune eccezioni che permettono di estendere la tutela oltre i 100 mila euro. Ad esempio, la garanzia sui saldi temporanei elevati, che considera l’intera cifra fino a 9 mesi: se un cliente riceve un bonifico di importo superiore per aver venduto la propria casa, anche se il fallimento della banca è avvenuto in quei giorni il correntista non perderà quel denaro.

Distribuire i risparmi e investire in titoli di Stato

Un altro metodo per tutelare i propri risparmi o quantomeno minimizzare i rischi dal fallimento di una banca è diversificare gli investimenti, così da evitare di concentrarli tutti in un unico istituto di credito. Per scegliere a quale affidare il denaro, è fondamentale valutare la stabilità finanziaria e, dopo, tenere sotto controllo il saldo di tutti i propri conti e rimanere aggiornati e informati per quanto riguarda le norme in vigore. Esistono, infine, alcuni strumenti in cui investire denaro che riducono l’esposizione a perdite o fallimenti di una banca, ad esempio i titoli di Stato, azioni od obbligazioni, ma anche i beni rifugio (ovvero quei beni che il risparmiatore ritiene siano in grado di preservare la ricchezza reale nel tempo e, in periodi di inflazione, di conservare il valore reale dell’oggetto acquistato), di cui sono un esempio gli immobili, le opere d’arte, i diamanti.

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