La guerra in Ucraina

L’economia russa «deteriorata»: il vero effetto delle sanzioni a Mosca

L'economia russa «deteriorata»: il vero effetto delle sanzioni a Mosca

Molto spesso ci siamo chiesti quanto abbiano e stiano pesando le sanzioni economiche decise dall’Occidente nei confronti della Russia. Nell’eterno presente al quale ci ha abituato la comunicazione via Internet, siamo spinti a ragionare in termini di fotografia di ciò che accade. L’Istat fotografa lo stato dell’economia, gli organismi internazionali ci indicano a fine anno quanto e come siamo cresciuti. Si perde il senso dei processi.
Non appaia una digressione. Le sanzioni comminate alla Russia, qualsiasi tipo di sanzione, può non avere effetti immediati. Maggiore però è la durata, più profondi saranno gli effetti sulla competitività del Paese. Pensare che intervenire sulla vendita del gas sia semplicemente una questione di blocco della cessione di una materia prima non tiene in conto il fatto che quel gas per essere indirizzato a determinati Paesi piuttosto che altri richiede determinate infrastrutture.

Gli effetti delle sanzioni nel «lungo periodo»

Non solo. Dietro ogni infrastruttura c’è una tecnologia che evolve rapidamente. Perdere il treno di quella evoluzione significa non essere all’altezza della richiesta dei mercati mondiali. L’economia russa ora appare «irrimediabilmente deteriorata», come avrebbe detto l’ex speechwriter di Putin alla Cnn. Ma quanti settori industriali e dei servizi russi sono stati colpiti dalle sanzioni e quali saranno gli effetti nel lungo periodo? Economisti e analisti sanno quanto l’apertura dei mercati sia proficua per i Paesi e per le aziende non solo in termini di commerci, ma anche in termini di competitività.

Il riflesso italiano

Ne abbiamo esempi anche nel nostro Paese. Quanto è stata lungimirante la scelta dell’industria dell’auto italiana di tenere fuori dal nostro Paese competitor esteri? I più anziani ricorderanno che nel secolo scorso le auto prodotte in Oriente erano sottoposte a quote di importazioni. Basta guardarsi oggi attorno per capire quanto quella scelta inizialmente difensiva del nostro settore auto sia, a dir poco, durata troppo a lungo.

La competizione anima della crescita

Tornando all’oggi, le ultime scelte della Cina sul Covid che l’hanno portata a riaprire di colpo il Paese saranno sicuramente legate al fatto che un Paese chiuso al mondo ha poche possibilità di svilupparsi. Ma anche alla considerazione di quanto la competitività cinese avrebbe perso nei confronti di altre aree. E’ per questo che quando si devono giudicare gli effetti delle sanzioni sulla Russia, oltre a imbracciare una macchina fotografica per fermare l’istante presente, dovremmo avere la forza di usare anche una cinepresa per allungare il tempo della nostro osservazione. Per rendere il nostro giudizio sulle scelte fatte più approfondito e meditato.

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