sport e finanza

Scandalo Juve, Agnelli, il sogno sfumato di Ferrari e il nuovo corso

di Massimiliano Nerozzi e Andrea Rinaldi

Scandalo Juve, Agnelli, il sogno sfumato di Ferrari e il nuovo corso John Elkann e Andrea Agnelli

Da ieri Andrea Agnelli torna a essere (solo) «un grandissimo tifoso della Juve», come dice a chi ha preso il suo posto, Gianluca Ferrero, regalandogli la maglia della squadra. Issato nella storia del club da un ciclo strepitoso — 9 scudetti filati e 19 titoli — è finito travolto dall’inchiesta sui conti della società, con udienza preliminare il 27 marzo. Di più, dopo le dimissioni del cda della Juve, lo scorso 28 novembre, ora esce da tutto: «Faccio un passo indietro — spiega all’assemblea degli azionisti del club — lascerò il consiglio di tutte le società quotate». Ovvero, i board di Exor, azionista di maggioranza della Juve, e di Stellantis, che dopo vent’anni dalla morte dell’Avvocato e a 19 dalla scomparsa di Umberto non avrà un Agnelli in consiglio. «È una mia decisione personale, che ho preso d’accordo con John (Elkann, ndr), con cui il rapporto rimane strettissimo, e con Ajay Banga e Carlos Tavares», rispettivamente presidente della finanziaria e ceo di Stellantis. Per i successori si parla di Tiberio Brandolini d’Adda in Exor e di Benoit Ribadeau Dumas di Stellantis.

«Una mia richiesta»

«È stata una mia richiesta — aggiunge — dopo un periodo intenso, per poter affrontare il futuro come una pagina bianca. Il passo indietro dalle società quotate è indispensabile per avere una libertà di pensiero e intellettuale che altrimenti non avrei». Agnelli resterà nel cda della Giovanni Agnelli Bv (ne è socio con l’11,85%), la cassaforte di famiglia che controlla Exor, e amministratore e presidente di Lamse, la holding d’investimento di cui detiene il 51% (il 49% è della sorella Anna). Fuori dai board, Andrea potrà così difendersi dalle accuse dei pm. In Exor la sua carica era arrivata a scadenza del mandato triennale: non si ricandiderà, ha fatto sapere il figlio di Umberto, mentre ad aprile l’assemblea dei soci di Stellantis lo sostituirà.

Lo storico commercialista di famiglia

A dare battaglia per il club bianconero ci penserà invece il nuovo management, voluto da Exor: Gianluca Ferrero, storico commercialista della famiglia; Maurizio Scanavino, ad come lo è del gruppo editoriale Gedi; Fioranna Negri, commercialista e revisore; Diego Pistone, già manager del gruppo Fiat dell’area finanza e controllo; e l’avvocato Laura Cappiello, senior counsel nel dipartimento corporate law di Orrick ed esperta di organi di vigilanza. Più che un cda, un consiglio di guerra. I primi due si presentano alla stampa, gli altri tre si accomodano in penultima fila. Rigore e understatement. Da battaglia è il manifesto di Ferrero: «Ci aspettano sfide per le quali riteniamo di avere l’esperienza, la competenza e la determinazione per difendere la Juventus, in tutte le sedi competenti, penale, sportiva e civile». E ancora: «Lo faremo con determinazione, rigore, ma anche pacatezza. Sempre rispetteremo tutti coloro che saranno chiamati a giudicarci, ma quello che vogliamo è uguale rispetto per noi, per la società e per la squadra, per poter discutere con serietà e rigore nelle sedi competenti».

A Torino

A Torino negli ambienti vicini agli Agnelli si sussurra che il passo indietro di Andrea sia arrivato dopo mesi di confronti, anche tesi, con il cugino John e alcuni membri della famiglia. Secondo le voci, il sogno di Andrea sarebbe stato quello di traslocare in Ferrari, la controllata che macina record di profitti in Borsa, ma poi avrebbe prevalso l’orientamento a farsi da parte anche nella holding di controllo e nella ex Fiat. Mossa temporanea in vista di un probabile rientro, se sarà dimostrata l’estraneità alle vicende giudiziarie che lo coinvolgono. Adesso la palla passa a Ferrero: ha il compito di risanare i conti del club con l’ipotesi, dopo un eventuale delisting, di cederlo. Magari proprio ad Andrea, che starebbe sondando investitori.

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