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Elon Musk annuncia: "Mi dimetto se trovo una persona abbastaza folle da fare il Ceo"

Elon Musk annuncia: "Mi dimetto se trovo una persona abbastaza folle da fare il Ceo"
(agf)
Dopo i risultati del sondaggio in cui gli utenti di Twitter consultati gli chiedevano di lasciare, l'amministratore delegato preannuncia un possibile cambio nella gestione
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New York - Dunque aveva ragione chi sosteneva che Elon Musk stava solo cercando una scusa, per tirarsi indietro da Twitter, come qualcuno che compra una cosa di cui poi si pente. Questo almeno sembra emergere dal messaggio che ha pubblicato sul suo social ieri sera: «Mi dimetterò da amministratore delegato, non appena avrò trovato qualcuno abbastanza folle da assumere l'incarico».

Domenica, dopo le svariate polemiche dei giorni scorsi, Musk ha indetto un referendum tra gli utenti della piattaforma: «Dovrei lasciare la carica di capo di Twitter? Mi atterrò ai risultati di questo sondaggio». Alla chiusura delle urne digitali, il 57,5% dei 17 milioni di votanti lo aveva sollecitato a farsi da parte. Lui nel frattempo aveva lanciato segnali criptici, tipo «attento a cosa vuoi, perché potresti averlo», oppure «coloro che vogliono il potere sono quelli che meno lo meritano», o ancora «nessuno vuole il lavoro che potrebbe davvero tenere Twitter in vita. Non c’è successore». Di sicuro gli azionisti di Tesla avevano celebrato, perché nell’ultimo anno il titolo della compagnia ha perso il 56% del suo valore, e loro sperano che lasciando la guida del social torni a concentrarsi sul suo business primario. Chi però tiene di più a Twitter, come il cofondatore Dorsey, iniziava a temere per il futuro della compagnia. Infatti domenica Jack aveva scritto: «Non ha senso».

Nelle settimane seguite all’acquisto di Twitter, Musk ha avviato una rivoluzione. Ha cacciato il ceo Parag Agrawal, e metà dei dipendenti. Ha eliminato il dipartimento incaricato di moderare le conversazioni sulla piattaforma, ma ha affermato di essere il campione della libertà di espressione, e dopo un altro referendum ha riammesso l’ex presidente Trump, che però finora non è tornato. Ha chiuso l’account di Jack Sweeney perché pubblicava gli spostamenti del suo aereo, cacciando e poi riammettendo alcuni giornalisti che avevano trattato la questione. Nel frattempo ha detto che Twitter rischia la bancarotta perché perde 4 milioni di dollari al giorno e ha proposto account a pagamento per risollevarla.

Ora, se non cambierà di nuovo idea, ha annunciato la sua decisione. Accetterà l’esito del referendum e cercherà un nuovo amministratore delegato. Però resterà proprietario, a meno di un ripensamento complessivo dell’acquisizione, e quindi le sorprese non sono finite.