Soldi russi, la mossa del premier Draghi e quella mail Usa che per ora chiude il caso

di Giuseppe Sarcina e Fiorenza Sarzanini

Ma già si parla di altri dossier in arrivo nelle prossime settimane su finanziamenti russi. Il Dipartimento di Stato americano: il nostro allarme è sul piano globale. Proroga del Copasir fino alla scelta dei nuovi componenti (è la prima volta)

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Mario Draghi lo dirà pubblicamente. Già oggi — nella conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri — il premier potrebbe confermare che nel dossier sui 300 milioni di dollari distribuiti dalla Russia a venti Stati non c’è l’Italia. Le fibrillazioni che avevano segnato le ultime 48 ore con le notizie fatte filtrare negli Stati Uniti su finanziamenti a partiti e uomini politici stranieri, lo avevano convinto sulla necessità di ottenere un chiarimento con l’amministrazione di Joe Biden. E così, ieri mattina, il capo del governo ha chiamato il segretario di Stato Antony Blinken per avere informazioni dirette sul contenuto del dossier. E la risposta è stata esplicita: «Nulla su di voi».

La mail Usa

Il rapporto sui fondi russi ai partiti occidentali, risponde il Dipartimento di Stato al Corriere, va interpretato come «un’allerta globale». Non sono indicati alcuni Paesi in particolare, né forze politiche o singoli leader. È la stessa spiegazione fornita da Blinken a Draghi. E nelle stesse ore il Dipartimento di Stato ha inviato una mail ai governi: «Noi non entriamo nelle informazioni specifiche di intelligence , ma siamo stati molto chiari nell’esporre la nostra preoccupazione sulle interferenze della Russia nel processo democratico in diversi Paesi del mondo, compreso il nostro. A questo proposito non concentriamo il nostro allarme nei confronti di nessuno Stato in particolare, ma sul piano globale, poiché dobbiamo fronteggiare le sfide contro le società democratiche. Continueremo a lavorare con i nostri alleati e partner per mettere in luce i tentativi di influenza pericolosa della Russia, aiutando gli altri Paesi a difendersi contro tali attività».

Il Copasir

Mercoledì sera Adolfo Urso, presidente del Copasir per Fratelli di Italia, ha ottenuto più o meno le stesse risposte nella sua ultima giornata a Washington. Accompagnato dal numero due dell’ambasciata italiana, Alessandro Gonzales, ha avuto una serie di incontri al Dipartimento di Stato. Poi, scortato dall’ambasciatrice Mariangela Zappia, ha visto il presidente della Commissione Intelligence al Senato, il democratico Mark Warner, nonché il repubblicano Richard Burr, componente dello stesso organismo. E in tutti i colloqui ha ricevuto rassicurazioni sull’esclusione dell’Italia. Del resto poco dopo la divulgazione delle notizie, gli Stati Uniti avevano fatto sapere che le ambasciate interessate sarebbero state contattate. Ma né gli addetti diplomatici negli Usa, né la Farnesina, né gli apparati di intelligence — subito allertati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Gabrielli — hanno ricevuto informazioni specifiche sull’inserimento dell’Italia nel dossier. Resta il dubbio che nel rapporto compilato dai servizi segreti e dal Consiglio di sicurezza nazionale, diretto da Jake Sullivan, il più stretto collaboratore di Joe Biden, possano esserci dei riferimenti risaputi, attinti dalle cosiddette «fonti aperte», cioè notizie già pubblicate.

Avviso al governo

Le informazioni fatte filtrare da Washington — che gli analisti leggono come un warning per il prossimo governo — potrebbe comunque essere il preludio all’invio di altri dossier. Le parole del ministero degli Esteri Luigi Di Maio, che conferma di essere «in contatto con gli americani per tutti gli ulteriori aggiornamenti», dimostrano che nelle interlocuzioni di queste ore della diplomazia e dell’intelligence è stato spiegato che ci sono numerosi report preparati dal Tesoro e dagli 007 Usa sui finanziamenti di Mosca a partiti, imprese, uomini politici stranieri e per questo non è affatto escluso che nelle prossime settimane possano emergere altri documenti che coinvolgano anche italiani.

La proroga

I timori per quello che potrà accadere in materie così delicate sembrano dimostrati dalla norma, votata all’unanimità e inserita nel decreto Aiuti, che — per la prima volta proroga il Copasir. E stabilisce che «fino alla nomina dei nuovi componenti dello stesso Copasir le relative funzioni sono esercitate da un comitato provvisorio costituito dai membri del comitato della precedente legislatura che siano stati rieletti in una delle Camere».

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16 settembre 2022 (modifica il 16 settembre 2022 | 08:27)