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Accordo Ue sul gas: tagli del 15% ai consumi in caso di emergenza. Cingolani: «Per l’Italia sarà del 7%»

di Francesca Basso

Accordo Ue sul gas: tagli del 15% ai consumi in caso di emergenza. Cingolani: «Per l'Italia sarà  del 7%»

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BRUXELLES Un applauso finale, quasi liberatorio, ha suggellato l’accordo politico tra i 27 Paesi Ue — contraria solo l’Ungheria — al Consiglio Energia straordinario, che si è tenuto a Bruxelles, per un taglio del gas del 15% da attuare volontariamente a partire dal primo agosto fino al 31 marzo prossimo, ma che diventa obbligatorio nel momento in cui il Consiglio a maggioranza qualificata decreterà lo stato di allerta su richiesta della Commissione Ue o di 5 Stati membri. È la risposta dell’Ue in caso di un taglio delle forniture di gas da parte della Russia. «Con le modifiche approvate alla fine per l’Italia si tratterà di un risparmio di gas del 7%, che è la percentuale che avevamo già previsto nel nostro piano», ha spiegato il ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, a margine del Consiglio Energia. Ha anche aggiunto che per quanto riguarda il nostro Paese «entro l’inizio dell’inverno saremo quasi indipendenti dalle forniture russe ed entro l’anno prossimo la situazione sarà piuttosto sicura, senza grandi dipendenze dalla Russia. Anzi, senza alcuna dipendenza dalla Russia».

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, è da tempo che spiega che Mosca continua a usare le forniture di energia come un’arma e ha accolto «con favore» l’accordo politico «raggiunto a tempo di record». La presidente in una nota ha sottolineato che l’intesa «garantirà una riduzione ordinata e coordinata del consumo di gas in tutta l’Ue per prepararsi al prossimo inverno. Integra tutte le altre azioni intraprese fino ad oggi nel contesto di REPowerEU, in particolare per diversificare le fonti di approvvigionamento di gas, accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili e diventare più efficienti dal punto di vista energetico».

Il 21 luglio scorso la Commissione ha presentato il regolamento «Risparmiare gas per un inverno sicuro» che però non aveva convinto la maggioranza degli Stati membri perché di fatto disegnato sulle esigenze della Germania, fortemente dipendente dal metano russo. Dopo giorni intensi di negoziato condotto dalla presidenza ceca, coadiuvata dalla Commissione, è stato raggiunto un compromesso. Il regolamento resterà in vigore per un anno anziché due. Inoltre sono state introdotte una serie di deroghe al tetto del 15% sulla base delle interconnessioni e della posizione geografica.


Il testo dice che «gli Stati membri possono limitare la riduzione obbligatoria della domanda di 8 punti percentuali, a condizione che dimostrino che la loro interconnessione con altri Stati membri in capacità tecnica di esportazione continua, rispetto al loro consumo annuale di gas nel 2021, è inferiore al 50% e che la capacità sugli interconnettori verso altri Stati membri è stata effettivamente utilizzata per il trasporto di gas a un livello di almeno il 90% per almeno un mese prima della notifica della deroga, a meno che gli Stati membri non dimostrino che non c’era domanda e che la capacità è stata massimizzata, e i loro impianti nazionali di GNL sono commercialmente e tecnicamente pronti a reindirizzare il gas verso altri Stati membri fino ai volumi richiesti dal mercato».

Questo passaggio è fondamentale per il nostro Paese, che dovrà ridurre il proprio consumo di gas dal 15% al 7% . Inoltre in una dichiarazione della Commissione è stato inserito un riferimento al tetto del prezzo del gas: «La Commissione sta valutando con urgenze le diverse possibilità per introdurre un tetto al prezzo del gas. A questo fine, si consulterà con gli Stati membri e con i partner internazionali, e ritornerà in autunno con proposte specifiche». La Germania durante la riunione ha aperto al price cap: «Abbiamo delle domande ma siamo pronti a discuterne», ha detto il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck.

Il vicepremier e ministro dell’Industria ceco, Josef Sikela, in conferenza stampa al termine della riunione straordinaria, ha spiegato che «non è stata una decisione facile» ma che «alla fine tutti hanno capito che questi sacrifici sono necessari, che vanno condivisi e lo faremo». E che l’Unione manda «un messaggio forte non solo a Vladimir Putin, che ha fallito nel dividere l’Ue, ma anche ai nostri cittadini». Ma il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, in conferenza stampa al termine del Consiglio è andato all’attacco: «Il gas acquistato e stoccato con i soldi dei contribuenti ungheresi sarà utilizzato solo a beneficio del popolo ungherese — ha detto — e delle società che operano in Ungheria. Tutto il resto è impensabile».

Oltre che per l’Italia, sono previste deroghe per le isoleIrlanda, Malta e Cipro — e per gli Stati che non sono interconnessi, come Spagna e Portogallo. Un’altra deroga è accordata ai Paesi Baltici che sono ancora connessi al sistema elettrico russo e scatterebbe nel momento in cui Mossa dovesse desincronizzare il suo sistema elettrico. «Sono previste deroghe — ha spiegato Sikela — anche per le industrie e le catene di fornitura di importanza critica per non danneggiare l’economia dell’Unione».

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