Scene da un matrimonio, il film per la tv di Ingmar Bergman del 1973, quasi mezzo secolo dopo rappresenta ancora il sommo esempio del modo in cui l’arte può raccontare la disgregazione di un amore attraverso il sublime.
Le scene dal matrimonio Depp-Heard
, in diretta tv e in streaming su YouTube, Facebook, Twitter, TikTok («trial by TikTok», processo via TikTok l’ha ribattezzato la solitamente pacata Bbc) per sei settimane dal tribunale della Virginia nel quale ieri sera è stato pronunciato il verdetto dei sette giurati, purtroppo non avevano niente di bergmaniano, niente di sublime, solo l’oceano di volgarità delle reciproche accuse di violenza, l’abuso di droga e alcol, i messaggini irriferibili, il duello dei periti da 600 dollari l’ora (quelli a buon mercato) o 1.000 dollari (quelli più costosi).
Le interazioni sui social media hanno cancellato la guerra in Ucraina, l’inflazione-record, il Covid, l’aborto che presto tornerà illegale negli Usa, la scalata a Twitter di Elon Musk: Depp contro Heard 24 ore su 24, con il canale dedicato alla diretta, Law & Crime, ha polverizzato un record che a nessuno sembrava possibile, superando il miliardo di clic su dirette, siti internet e quotidiani, serotini riassunti della giornata di dibattimento.
Per sei settimane il mondo ha potuto guardare in diretta il reality show — più freak show da circo di una volta che reality, in effetti — di tutto quello che avevamo sempre sospettato su Hollywood nei momenti di pessimismo: soldi, droga, alcol, aerei privati, alberghi di lusso, sganassoni, e un’infinita sfilata di galoppini, «assistenti», avventizi, parrucchieri, truccatrici, portieri, cascherini, la variegata fauna di coloro che circondano le «celebrities» creando — quando funziona, cioè non in questo caso — un cordone sanitario che li distacca e li protegge dal mondo esterno.
Lei: «Si è versato una maxipinta di vino».
Lui: «Sei solo un avanzo di night, una ex spogliarellista alla canna del gas».
Lei: «Se ne girava per la casa con l’affare sempre di fuori».
Lui: «Bevevo whisky di mattina perché l’happy hour è a tutte le ore».
Lui, nei messaggini a un amico: «Affoghiamola prima di bruciarla!!!...».
Il portiere che nega di aver visto Heard ferita, ma lo fa collegato in remoto, dalla sua auto, fumando una grossa sigaretta elettronica che riempie di una fitta nebbia l’abitacolo.
Gli unici momenti davvero sorprendenti
sono stati quelli della lunga confessione di Depp sulla sua infanzia e gioventù, argomenti dai quali si era sempre tenuto lontanissimo in 37 anni di carriera hollywoodiana.
L’infanzia nel natio Kentucky come una pièce di Tennessee Williams: il padre debole e la madre mostruosa che si faceva beffe dello strabismo di Johnny («Mi chiamava orbo, occhiotorto, rideva della benda che dovevo portare sull’occhio sano per allenare quello malato: avevo cinque anni»), le botte, le cinghiate («Ricordo la cintura di cuoio chiaro»), il padre che abbandona i figli e la rassegnazione di Johnny («Capii che non avevo il potere di convincerla a cambiare»). E poi la parata di esperti, i periti di parte. L’esperto di «big data» che ammette di non saper determinare con precisione la cosa per la quale è stato chiamato (da Heard). L’ex agente di Depp che tra un sorso e l’altro d’un beverone a base di caffè liquida la fine della sua carriera da star con «aveva debiti, arrivava in ritardo, ma non tocca più a me venderlo». L’esperto mandato da Heard che spiega «guadagnò 1 milione per Aquaman, 2 milioni per Aquaman 2, la sua stella era in ascesa», poi però l’esperto mandato da Depp affonda la tesi, «se il suo momento da “è nata una stella” era nel 2018, perché subito dopo venne pagata solo 200 mila dollari a episodio per un telefilm?».
Il linguaggio brutale di Hollywood del box office e del potere temporale che da esso deriva, almeno fino a una causa civile di sei settimane, lei e lui con gli sguardi che sprizzano odio e disprezzo, una causa con un vincitore e due sconfitti, strana la vita delle star di Hollywood anche in questo caso.
Johnny Depp e Amber Heard, un processo-reality tra droga, lusso e volgarità: l’altro volto di Hollywood
Per sei settimane, un pubblico record ha seguito il processo, con le sue testimonianze a tratti incredibili. Il momento clou è stato lo sfogo-confessione di Depp sulla sua infanzia, mai raccontata in 37 anni di carriera
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2 giugno 2022 (modifica il 2 giugno 2022 | 17:06)
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anna@fiore
Depp, è cambiato da quando interpretava il bel tenebroso zingaro in Chocolat " con Juliette Binoche ! Troppi soldi, troppo alcool e troppa violenza! Non mi piacciono i Suoi ultimi film!
Giggi.L
Un bel chissenefrega, NOOO?
Fesintac
Per le ragioni che ho scritto , io penso sia notizia di interesse generale. Se a lei interessa, faccia a meno di leggere e commentare.... Un cordiale buona festa
Lettore_5571780
Che sia di interesse generale, ho forti dubbi. Quanto al commento, siamo in democrazia e non deve essere per forza positivo, quindi il mio è legittimo quanto il suo. Buona Festa anche a lei.
Giggi.L
Oggi appaio con un numero come i carcerati, ma sono Giggi.L Buona Festa, comunque...
Fesintac
È lo specchio, solo in versione più danarosa e volgare, dello sfascio generalizzato della famiglia e , a valle, della società. Con l'aggravante che dev'esser sempre colpa del maschio, e quando la donna è colpevole dev'essere vittima di leggi sbagliate e dei pregiudizi maschilisti.