Sindacato

Sbarra (Cisl): «Alleanza per il lavoro e lo sviluppo. Serve un Patto sociale»

di Enrico Marro

Sbarra (Cisl): «Alleanza per il lavoro e lo sviluppo. Serve un Patto sociale»

Con il governo Draghi «ci sono stati riscontri forti e positivi. Si è finalmente aperto un dialogo sociale, che ha dato vita a una serie di accordi di grande rilievo», dal Patto per il pubblico impiego ai protocolli anti-Covid alla governance del Pnrr, dice il segretario generale, Luigi Sbarra, nella relazione con la quale ha aperto il XIX congresso della Cisl. Ma adesso bisogna fare un passo avanti, recuperando «lo spirito del 1993 col governo Ciampi», per arrivare a un nuovo «patto sociale» tra governo, imprese e sindacati. Sbarra parla anche di una «Alleanza per il lavoro e lo sviluppo» Il leader che guida, da poco più di un anno, il sindacato di matrice cattolica ci crede. E spera che domani il presidente del consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento al congresso della Cisl, faccia sua questa proposta.

Emergenza carovita

«Siamo di nuovo in una economia dell’emergenza», dice Sbarra. «Una tempesta perfetta» creata dal sommarsi delle conseguenze della pandemia e della guerra in Ucraina. «Da qui a dicembre il carovita graverà sulle famiglie e sui bilanci per 70-100 miliardi, a seconda dei costi energetici». Il governo deve adottare altre misure di sostegno, secondo la Cisl, finanziandole con l’aumento ulteriore della tassa sugli extra-profitti. E per combattere la perdita del potere d’acquisto non servono nuovi e «antistorici» automatismi, tipo la scala mobile, ma «una riforma complessiva del sistema fiscale che sgravi ulteriormente e definitivamente lavoratori e pensionati» e un rafforzamento della contrattazione di secondo livello, legata alla produttività, agevolata dal governo con una tassazione che «deve essere portata allo 0%», dice Sbarra. Che fa anche una importante ammissione: «Dopo decenni di perdita di potere salariale, non possiamo accontentarci di riallineare i redditi all’inflazione: dobbiamo elevare il potere reale d’acquisto di lavoratori, pensionati e famiglie».

La flessibilità buona non è precarietà

Il segretario rilancia anche sulla riforma delle pensioni: «Si consenta ad ogni persona di uscire liberamente dopo 41 anni di contributi o raggiunti i 62 anni di età». Dice no, invece, a ogni ipotesi di leggi su orari, smart working, rappresentanza e salario minimo. Materie che, ribadisce la Cisl, devono rimanere nel campo della libera trattativa tra le parti sociali. Un approccio che conferma la distanza con la Cgil, favorevole all’intervento legislativo. Distanza che si amplia quando Sbarra parla della flessibilità, respingendo quelli che per lui sono luoghi comuni. «Non bisogna sovrapporre le categorie della buona flessibilità negoziata e della precarietà. Non tutti i rapporti di lavoro flessibili sono precari. Ad esempio contratti a termine e somministrazione rappresentano spesso buona flessibilità, assicurando piena parità di trattamento. Così come i tirocini non coincidono con lo sfruttamento: se è necessario rafforzarne i contenuti formativi e perimetrarne meglio l’ambito di utilizzo, questo non implica la rinuncia ad un utile strumento di politica attiva e inserimento».

Letta e Meloni in prima fila

Sbarra rinforza così il profilo identitario della sua Cisl e lo fa rivolgendosi a Cgil e Uil, con le quali non è stato ancora ricucito del tutto lo strappo di dicembre sullo sciopero generale contro la manovra del governo, al quale la Cisl non ha aderito. «Noi pensiamo vada consolidato il disegno di un sindacato autonomo e contrattualista, riformatore e pragmatico. Lontano da modelli novecenteschi basati sul conflitto e l’antagonismo». E quindi anche l’idea dell’unità sindacale non può essere «un feticcio fine a se stesso», ma va conquistata su posizioni condivise dalle tre confederazioni. Compreso il giudizio sulla guerra in Ucraina. «La pace è un bene supremo - dice Sbarra -. Ma non una pace “purché sia”. Non può esserci pace se c’è sottomissione». Per questo, aggiunge, «abbiamo sostenuto, dal primo momento, le dure sanzioni nei confronti di Mosca» e anche gli aiuti, compresi gli armamenti, alla resistenza ucraina. Seguendo così, dice Sbarra, gli insegnamenti di Tina Anselmi, ex partigiana, democristiana, prima donna ministro della Repubblica, scomparsa nel 2016. Dalla quale la Cisl ha preso in prestito anche le parole che formano lo slogan del Congresso: Esserci per cambiare. Cui si è riferito anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio scritto di saluto dei lavori congressuali: «Se il lavoro costituisce la base su cui vive la Repubblica, il proposito di “esserci per cambiare” corrisponde alla consapevolezza del ruolo che spetta al movimento dei lavoratori nel partecipare a promuovere una intensa unità, tra le forze sociali del Paese, nella costruzione di un nuovo fecondo capitolo di relazioni». In prima fila, ad ascoltare Sbarra, molti ministri e quasi tutti i leader politici, da Giorgia Meloni a Enrico Letta, da Matteo Salvini ad Antonio Tajani.

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