«Le sanzioni contro la Russia stanno colpendo l’economia», dice Nabiullina, governatrice della Banca di Mosca. Putin la smentisce

di Claudio Del Frate

«Le sanzioni contro la Russia stanno colpendo l'economia», dice Nabiullina, governatrice della Banca di Mosca. Putin la smentisce

Le sanzioni «cominciano a colpire l’economia russa» e non più solo il mercato finanziario. Vale a dire la vita quotidiana degli abitanti della federazione. A dirlo non è una fonte occidentale ma la governatrice della Banca centrale di Mosca, Elvira Nabiullina, che ancora una volta si rivela la «spina nel fianco» di Vladimir Putin della sua propaganda. Nabiullina ha parlato questa mattina alla Duma, il parlamento russo, tracciando le prospettive economiche del Paese alle prese con crescente scarsità di valuta e di beni e di chiusura dei mercati stranieri.

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«Il periodo in cui l’economia può vivere sulle scorte è limitato» ha sottolineato la governatrice davanti al parlamento aggiungendo che la banca centrale non «proverà ad abbassare l’inflazione a ogni costo perché questo limiterebbe l’adattamento dell’economia» alla nuova situazione caratterizzata dalle sanzioni. La Russia deve affrontare «nel secondo trimestre e nell’inizio del terzo», «cambiamenti strutturali della sua economia» a seguito delle sanzioni imposte dopo il conflitto in Ucraina, cambiando il suo «modello di business» sono sempre le parole di Nabiullina secondo la quale «è finito il tempo in cui l’economia può vivere di riserve».

A Nabiullina ha indirettamente replicato poche ore più tardi Vladimir Putin parlando a un forum di top manager. «L’inflazione e il rublo si stanno stabilizzando. La moneta sta tornando sui livelli di prima della guerra » ha detto il leader del Cremlino. Per Putin, anzi le sanzioni stanno deteriorando l’economia dell’Occidente e, sono sue parole, «il blitz dell’Occidente è fallito».

Cosa significa nel concreto per l’economia reale della Russia lo scenario tracciato da Nabiullina? Le aziende russe dovranno adattarsi perché, ha spiegato la governatrice, «i problemi principali riguarderanno le restrizioni sulle importazioni e alla logistica del commercio estero» (ad esempio la chiusura dei porti alle navi russe). Inoltre «i produttori russi dovranno cercare nuovi partner, una nuova logistica o passare alla produzione di prodotti delle generazioni precedenti», ma «per tutto questo ci vorrà tempo». Insomma, per quanto l’immagine può essere semplicistica, una specie di ritorno a modelli sovietici in seguito a un piano di riconversione di molti settori e di ricerca di nuovi mercati. La previsione di Nabiullina è che «serviranno almeno due anni, fino al 2024, per tornare al tasso di inflazione programmata del 4%».

Dal 24 febbraio, giorno dell’invasione dell’Ucraina, a oggi, l’economia russa ha già subito pesanti contraccolpi. Al di là dei sequestri che hanno colpito gli oligarchi e i loro patrimoni in Occidente, altri sono i segnali che contano: l’inflazione ha subito una fiammata immediata e si prevede che il costo della vita in un anno aumenterà del 17%; secondo l’istituto di statistica Rosstat i prezzi di frutta e verdura sono già salite del 35% il costo del denaro per le imprese è subito balzato al 20% salvo poi scendere di qualche punto proprio in seguito a un intervento della Banca centrale di Mosca. Goldman Sachs e la Banca Mondiale prevedono una contrazione del pil del 10%. Ultimo dato allarmante: entro i primi di maggio Mosca dovrà rimborsare un forte prestito finanziario ma rischia di non onorare la scadenza perché la maggior parte delle sue riserve valutarie sono bloccate. Incombe dunque il rischio di default alla quale la stessa Nabiullina ha annunciato di volersi opporre in sede legale sulla base di un presupposto: Mosca potrebbe onorare il suo debito ma non può farlo solo per via delle sanzioni. A fronte di questo disastro incombente, il rublo che nei primi giorni del conflitto aveva subito un tracollo ha successivamente recuperato, vuoi perché l’Europa continua ad acquistare gas dalla Russia (per 800 milioni di euro al giorno) vuoi perché il Cremlino impone il pagamento delle forniture in valuta russa.

In tutto questo panorama spicca ancora una volta la figura di Elvira Nabiullina: molto suoi silenzi sono stati interpretati come un dissenso verso l’«operazione speciale» condotta in Ucraina proprio per le conseguenza che potrà avere sulla qualità della vita della popolazione russa. Nabiullina, secondo alcune voci avrebbe per due volte presentato le sue dimissioni. Nonostante ciò Putin l’ha confermata nel suo ruolo, che a questo punto diventa via via sempre più delicato: la governatrice è chiamata da un lato a garantire la stabilità economica e finanziaria del Paese, dall’altro può contare su spazi di manovra sempre più ristretti.

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