Una mobilitazione come quella di giovedì nelle città russe, contro la guerra in Ucraina, non si vedeva da molto tempo: nemmeno dopo l'arresto del leader dell'opposizione Aleksej Navalny erano scesi in piazza in tanti, con cartelli e slogan pacifisti ma anche contro il presidente Vladimir Putin. Ieri in «43 città almeno», così l'ong OVD-Info, ci sono stati cortei e picchetti contro l'invasione dell'Ucraina: folle, come a San Pietroburgo, o picchetti solitari subito finiti in arresti. Circa 1.400 persone, comunica la stessa ong, sono state arrestate giovedì in tutto il Paese. La metà di loro a Mosca, nella manifestazione di piazza Pushkin subito resa «zona rossa» dalla polizia; 378 a Pietroburgo, seconda metropoli del Paese e città natale del presidente Putin.
I russi in piazza contro la guerra in Ucraina: si schierano i vip, 1.400 arresti
Manifestazioni senza precedenti a San Pietroburgo e Mosca, un corteo anche a Novosibirsk. La polizia: «Non scendete in piazza». Pioggia di adesioni da cantanti e personalità tv
St. Petersburg against the war pic.twitter.com/AUQPTVS3Nd
— NEXTA (@nexta_tv) February 24, 2022
Anti-war solo pickets like this are popping up in cities across Russia. It?s not much but they?re arrested almost immediately, often upon leaving their homes when the cops know to expect them. Here?s Sofya Rusova, co-chair of Russia?s Trade Union of Journalists. pic.twitter.com/5NVqdGyhFy
— Kevin Rothrock (@KevinRothrock) February 24, 2022
Riot police on Palace Square in St. Petersburg (photo via @fontanka_news). pic.twitter.com/x3iFDhUymp
— Eilish Hart (@EilishHart) February 24, 2022
La polizia politica russa ha avvertito con una nota stampa i cittadini: «non partecipate» a proteste «che non sono autorizzate e sono associate alle tensioni in un Paese straniero». La repressione dei cortei è stata puntuale: sui social si moltiplicano i video degli arresti, eseguiti rapidamente e con la forza dalla polizia che in alcuni casi «ha fermato dissidenti già sulla porta di casa, e prima che raggiungessero le piazze», scrive — su Twitter — il giornalista Anton Barbashin.
Seeing messages across Russia on people being detained even before they reach squares and so on. In Moscow known protest figures are arrested leaving their apartments.
— Anton Barbashin (@ABarbashin) February 24, 2022
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— ?????? ????? (@_sergey_boyko) February 24, 2022
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E persino nelle strade di Novosibirsk, alla periferia dell'impero, centinaia di manifestanti sono scesi in piazza con il cartello «Fuori dall'Ucraina».
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— ?????? ????? (@_sergey_boyko) February 24, 2022
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Anche diverse personalità russe del mondo dello spettacolo hanno preso posizione, come riporta Liza Fokht, corrispondente della Bbc in Russia e moglie di Max Seddon, corrispondente a Mosca del Financial Times che ha raccolto in un thread su Twitter alcuni di questi nomi. Nessuno di loro, sottolinea Seddon, ha menzionato Putin nel proprio intervento ma rischiano comunque di non poter più esibirsi nella tv di stato per tutta la vita.
Tra loro c’è la popstar Valery Meladze, che in breve video su Twitter ha detto: «Oggi è successo qualcosa che non dovrebbe mai succedere. La storia giudicherà. Ora voglio chiedervi di smettere le azioni miliari e sedervi a negoziare».
La pattinatrice artistica Evgenia Medvedeva ha twittato «Spero che tutto questo finisca prima possibile, come succede con gli incubi».
La popstar Svetlana Loboda su Instagram ha pubblicato una foto di un campo di girasoli con i colori della bandiera ucraina e ha scritto «il mio cuore è spezzato. Sono in contatto con le persone che amo dalle 5 del mattino. Come è possibile? Dio, ferma tutto questo! Sto piangendo».
Maxim Galkin, cantante e marito della più grande celebrity russa Alla Pugacheva, su Instagram ha postato una foto nera con la scritta «sto parlando con amici e parenti in Ucraina da stamattina. Non riesco a trovare le parole per dire ciò che provo. Com’è possibile tutto questo, non c’è nessuna giustificazione per la guerra. No alla guerra!».
E infine il conduttore tv Ivan Urgant, sempre su Instagram, ha commentato: «Paura e dolore. No alla guerra».
24 febbraio 2022 (modifica il 25 febbraio 2022 | 10:07)
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