Elisabetta Belloni, l’idea di Salvini che allarga la «rosa» di centrodestra

di Marco Cremonesi

I nomi dei potenziali candidati alla presidenza della Repubblica graditi alla Lega: tra le ipotesi su cui sta lavorando Salvini spunta la direttrice del Dis. La telefonata con Berlusconi, oggi il leader incontrerà Letta

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Il centrodestra alla prova dell’unità. Matteo Salvini alla prova della vita. Da federatore e poi kingmaker, dopo la rinuncia di Silvio Berlusconi alla candidatura al Quirinale, il leader leghista nelle prossime ore dovrà dimostrare che il centrodestra esiste davvero e che può essere da lui pilotato verso una soluzione comune. Un lavoro difficile, davanti a una scacchiera su cui al momento neppure si vedono tutte le pedine: «Abbiamo tre, quattro idee e proposte che faremo nelle prossime ore» ha detto il leader leghista. Alcuni dei nomi sono quelli di cui già si è parlato, con le inevitabili oscillazioni quotidiane del sentiment della politica: Maria Elisabetta Alberti Casellati, Letizia Moratti, Marcello Pera. Anche se le parole di Salvini lasciano pensare che la «rosa» sarà un po’ più ampia di quella che circola da giorni. Il nome della direttrice del Dis Elisabetta Belloni si sente sempre più spesso e, nonostante alcune riserve, il nome dell’ex ministro Franco Frattini non ha smesso di circolare.

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L’unica certezza è che Salvini, a chi gli chiede se Pier Ferdinando Casini possa essere tra le proposte di centrodestra, ha risposto un «no» diritto. Il che non sgombera il campo dalla possibilità che l’ex presidente della Camera possa essere un nome di successiva mediazione. Resta il fatto che il leader leghista intende portare avanti una proposta di centrodestra. E infatti, a Enrico Letta, che incontrerà oggi per un faccia a faccia che potrebbe essere decisivo, dice: «Noi non imporremo niente a nessuno ma proporremo. Ma non puoi sederti al tavolo dicendo che qualunque proposta farà la fine di Berlusconi, è anche di dubbio gusto...». Il segretario dem ha detto anche che parlerà a Salvini anche della soluzione «perfetta» e cioé una conferma di Sergio Mattarella. Che per circa il 95% del Parlamento — tutto, tranne FdI — sarebbe la «comfort zone». Letta intende sollecitarlo anche sul nome di Draghi. Ma per Salvini, «togliere Draghi da Palazzo Chigi è pericoloso». Ieri, il mandato a parlare per la coalizione è stato rinnovato a Salvini con una telefonata «lunga e cordiale» da Silvio Berlusconi, mentre il capogruppo FdI Francesco Lollobrigida sembra riconoscere la mano di Salvini: «Siamo consapevoli di non essere decisivi con il 6%, ma contribuiremo alla partita con nomi adeguati».

Ma che l’elezione dell’uomo del Colle richiederà ancora dei giorni sembra testimoniato dal fatto che il leader leghista ha convocato la riunione con i gruppi parlamentari e i delegati regionali soltanto per domattina, anche se ieri pomeriggio Salvini ha già incontrato i governatori e i capigruppo. I Fratelli d’Italia si sono dati appuntamento per questa mattina alle 10, così come Italia viva e Forza Italia. Curioso come qualcuno parlando elenchi i renziani tra i gruppi del centrodestra: così non è, anche perché è molto probabile, come ricorda Osvaldo Napoli di Coraggio Italia, che un blocco centrista possa assumere — con i suoi 80 elettori — un ruolo chiave sia in questi giorni, per l’elezione del capo dello Stato, che nella prospettiva politica successiva.

E così, senza candidati in vista, scatta il conto alla rovescia: giovedì la maggioranza non dovrà essere qualificata e bastano 505 voti. Anche se qualche nervosismo circola, e può essere riassunto nella frase di un deputato: «E se domani (oggi) viene fuori il nome di Draghi? Come potremmo non votarlo?».

24 gennaio 2022 (modifica il 24 gennaio 2022 | 13:07)