Green pass nei negozi, le deroghe nel Dpcm. Si va verso la revisione del sistema dei colori delle regioni

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Green pass, in quali negozi sarà obbligatorio? E da quando? Il Dpcm dovrebbe essere firmato domani. Palazzo Chigi vuole limitare le esenzioni. Sui colori delle regioni Speranza apre al confronto con le Regioni. Ok di Locatelli

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Il ministro Roberto Speranza ha aperto al confronto con le Regioni, che chiedono al governo di modificare il sistema dei colori per scongiurare nuove chiusure. Il ministro della Salute ritiene che le fasce di rischio abbiano svolto un ruolo prezioso per distinguere livelli di contagio e misure di contenimento, ma il virus è cambiato e nelle prossime ore si aprirà il confronto, con un tavolo tecnico convocato ad hoc.

I colori

Per il sottosegretario Pierpaolo Sileri «le regole verranno modificate e alleggerite molto presto». La conferma arriva anche dal presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli. «Il sistema di colorazione delle regioni è stato elaborato dalla Salute in epoca diversa — ricorda il coordinatore del Cts —. Che si possa arrivare a una riconsiderazione è nella logica delle cose». Al momento l’intenzione di palazzo Chigi è andare avanti con le attuali norme, continuando a seguire l’andamento della curva epidemiologica.

Green pass nei negozi

Un’altra riunione tecnica è prevista oggi per decidere le (poche) deroghe all’obbligo di mostrare il green pass base, che si ottiene anche con il tampone. Il premier Mario Draghi potrebbe firmare già domani il Dpcm con l’elenco dei negozi esentati. Sì agli alimentari, alle farmacie, alle edicole e ai tabaccai. No ai fiorai, a chi vende vestitini per i neonati, alle profumeriee ad ogni altra attività commerciale che non sia ritenuta strettamente necessaria, è la linea di palazzo Chigi.

Le deroghe: esigenze essenziali

È possibile che venga inserita qualche ulteriore limitata eccezione, ma solo se indispensabile ad «assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona». Così è scritto nel decreto legge del 7 gennaio che ha introdotto la certificazione verde per un lungo elenco di attività: pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari e, appunto, attività commerciali.

Braccio di ferro

Da giorni nel governo c’è un braccio di ferro tra i ministri incaricati di decidere le eccezioni. Renato Brunetta, il cui dicastero (Pubblica amministrazione) ha di fatto scritto la bozza del provvedimento, difende la strategia del rigore e non vuole allargare le maglie e Roberto Speranza, cui spetta la proposta del Dpcm, è sulla stessa lunghezza d’onda. Ma il responsabile dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, ha chiesto di estendere le deroghe a una trentina di attività: sono quelle comprese nell’«allegato 23», che conteneva le deroghe alle chiusure durante il lockdown deciso dal governo di Giuseppe Conte.

Il capo delegazione leghista ha ottenuto che dal giornalaio e dal tabaccaio si possa andare senza green pass obbligatorio, ma a palazzo Chigi escludono che la lista possa essere allungata ancora. Brunetta e Speranza concordano nel sostenere che consentire l’accesso senza la certificazione verde «snaturerebbe l’obiettivo della norma» che, con l’ultimo decreto presentato da Draghi in conferenza stampa, ha equiparato i negozi a tutti gli altri luoghi di lavoro.

Parrucchieri e barbieri

Dal 20 gennaio e fino al 31 marzo, termine dello stato di emergenza, scatta l’obbligo di green pass base per andare dal parrucchiere, dal barbiere e nei centri estetici. Dal primo febbraio la certificazione che si ottiene anche con il tampone sarà richiesta per tutti gli altri negozi, a eccezione di alimentari, supermercati, farmacie, edicole, tabaccai.

Mascherina Ffp2

Resta obbligatoria per salire su autobus, metropolitane, treni regionali e a lunga percorrenza, aerei e navi.

Green pass rafforzato

Dal 10 gennaio è in vigore una sorta di lockdown per le persone non vaccinate, che non possono accedere nei luoghi della socialità come bar, ristoranti, cinema, teatri, sale da concerto, né frequentare alberghi, piscine, palestre, stadi, palazzetti e praticare sport di squadra. Off limits senza «rafforzato» anche musei, mostre, spogliatoi, centri benessere e termali, sale gioco, sale scommesse e casinò. Dal primo febbraio il green pass rafforzato sarà valido sei mesi dall’ultima somministrazione e non più nove mesi.

Quarta dose

Se ne discute da giorni, ma il presidente dell’Istituto superiore di sanità e membro del Comitato tecnico-scientifico, Silvio Brusaferro, invita a frenare: «Presto per parlare di quarta dose», la terza «protegge molto bene dalla malattia grave».

17 gennaio 2022 (modifica il 17 gennaio 2022 | 07:47)