All’Expo

V-Ita, la startup che (ri)crea
le bici elettriche su misura: stile italiano e tecnologia

di Giuliana Ferraino

V-Ita, la startup che (ri)crea  le bici elettriche su misura: stile italiano e tecnologia

Bastano 3 numeri per capire il successo di V-Ita Group, startup di bici elettriche, «un’azienda con testa milanese, ma cuore napoletano»: nata formalmente nel febbraio 2019, ha chiuso il primo anno con un fatturato di 1,5 milioni; il 2020 —l’anno della pandemia — con 11,5 milioni, di cui «2 o 3 milioni grazie agli incentivi», e quest’anno arriverà a 15/16 milioni. «Avremmo potuto fare ancora di più, ma non abbiamo abbastanza componenti. Le catene di fornitura sono in forte ritardo», sostiene Carlo Parente, 46 anni, amministratore delegato di V-Ita Group.

Da mobilità sostenibile a status symbol

«Abbiamo voluto trasformare una commodity in un fenomeno di costume. L’intuizione? Unire la tecnologia al design italiano e creare una bicicletta elettrica che non fosse solo un mezzo di trasporto sostenibile, ma anche un oggetto bello, da ostentare. Le nostre bici possono essere personalizzate con 6 milioni di combinazioni », spiega il manager azionista, che ha portato all’Expo di Dubai un’edizione limitata tricolore. All’Expo V-Ita ha portato, grazie alla sua sponsorizzazione, anche il compositore e pianista Ludovico Einaudi, che si è esibito in un concerto nel suggestivo Millennium Amphitheater pochi giorni dopo l’inaugurazione ufficiale della manifestazione.

V-Ita Group ha sede legale a Legnano, vicino a Milano, ma gli stabilimenti sono a Somma Vesuviana, nel Napoletano, dove vengono prodotte le bici, che rappresentano circa l’80% del fatturato, mentre il restante 20% arriva da e-scooter e monopattini elettrici, progettati in Italia e realizzati in Cina. Il gruppo oggi controlla 5 marchi: V-Ita (le bici personalizzabili); Icon.e (le bike più grosse); The One (il marchio per la mobilità urbana); Spillo (i monopattini); e Smart.e, gli scooter elettrici con motore di 50 cc. L’86% del capitale fa capo al gruppo della grande distribuzione Trilogs, di cui Parente è Ceo e Massimo Pede è il presidente; il 10% è controllato dalla Vi.sa di Fabio Salvati, azienda di componentistica per il settore automotive a Somma Vesuviana; il restante 4% è in mano al direttore creativo Cleverson Ferrara e al direttore commerciale Alessandro Franzoni.

Distribuzione nelle concessionarie auto e moto e nei supermercati

Un’altra scommessa? «Vendere le bici elettriche a chi non ne avrebbe mai comprato una, portandole nelle concessionarie di auto e di moto e nella grande distribuzione», dice Parente. Che ora progetta un nuovo stabilimento per l’assemblaggio e la produzione di componenti in casa con un investimento di 5 milioni e una trentina di assunzioni. L’obiettivo per il 2022 è di arrivare a 25-30 milioni di fatturato, con un export fino al 20% rispetto sotto il 10%. Poi c’è On Sharing, un hub di interscambio tra auto e bici elettrica. Ma questa è un’altra storia.

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