8 ottobre 2020 - 07:05

Il Coronavirus blocca i concorsi pubblici: a rischio oltre 35 mila posti

Il distanziamento e il tetto delle 200 persone al chiuso dovuti al Covid rallentano bandi e prove. Vanno avanti i test per i magistrati del Tar e la Rai, rinvio per la maxi selezione del Comune di Roma. L’ipotesi di nuove regole, con le prove anche non in simultanea

di Lorenzo Salvia

Il Coronavirus blocca i concorsi pubblici: a rischio oltre 35 mila posti
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Oggi è l’ultimo giorno per fare domanda al Comune di Montalcino, in Toscana: cercano un contabile e un addetto amministrativo, tempo indeterminato. Ieri l’Inps, «a tredici anni dall’ultima selezione per tale professionalità», ha ufficializzato il nuovo bando per 165 informatici. E, visto che il lavoro non manca e non mancherà, ha aggiunto che da qui alla fine dell’anno prossimo le assunzioni saranno 4 mila. Lunedì scadono i termini per chi vuole diventare vigile urbano a Casorate Sempione, provincia di Varese, due posti. Mentre per l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, 1226 «posizioni per varie figure professionali», l’ultimo giorno utile è il 5 novembre. Non c’è solo la scuola nella cartina dei concorsi pubblici che forse si faranno forse no, insomma a rischio blocco causa pandemia. A tenere il conto in tempo reale è il sito concorsipubblici.fpcgil.it, un must per chi insegue l’ultimo baluardo del posto fisso. Ieri il contatore del sindacato lampeggiava sulla cifra 32.894. Ma, considerato che alcuni bandi sfuggono al portale perché l’Italia resta un Paese complesso, il totale dei posti in palio da qui a gennaio dell’anno prossimo è di almeno 35 mila.

Il paradosso amaro

Un numero che, però, rischia di trasformarsi in un amaro paradosso. Negli ultimi anni i concorsi pubblici erano diventati merce rarissima: pochi posti disponibili, spesso ridotti ancora di più per l’obbligo di pescare dalle vecchie graduatorie. Mentre adesso con lo sblocco del turn over, cioè la possibilità di rimpiazzare chi va in pensione, e le uscite anticipate di Quota 100, che tra i dipendenti pubblici ha avuto più successo che altrove, le assunzioni possono ripartire davvero. Sopra quel numero, 35 mila, aleggia però un punto interrogativo grande così. Concorso pubblico è sinonimo di assembramento. E se per il contabile a Montalcino o il vigile a Casorate Sempione, le prove selettive sono possibili anche al tempo del Covid, per i concorsi più o meno maxi la situazione è davvero complicata. Quanti di quei 35 mila posti a concorso diventeranno a breve anche posti di lavoro veri e propri?

Tra blocco e rinvio

Per il momento, la scelta più diffusa e forse più ragionevole è quella di prendere tempo. Il Comune di Roma ha bandito un concorso per 1.512 posti, sono arrivate 177 mila domande. Come se l’intera città di Reggio Emilia, bambini e pensionati compresi, si candidasse a un posto nell’amministrazione della Capitale. Un assembramento potenziale che in confronto uno stadio pieno non sarebbe nulla. E infatti il tutto è stato rinviato al 2021, salvo aggiornamenti. In realtà c’è anche chi va avanti, tra qualche timore e molti mugugni. Proprio in questi giorni è in corso a Roma il concorso per i magistrati del Tar, i tribunali amministrativi: più di 3 mila candidati nel mitico Ergife Hotel, sede di mille concorsi pubblici, in un «locale multisala sanificato» per l’occasione. Sabato, sempre a Roma ma stavolta alla Fiera, sarà la volta del concorsone Rai, 3.772 candidati per 90 posti. Ma sono eccezioni. E, con il contagio in risalita, rischiano di esserlo ancora di più nei prossimi mesi. L’ultimo concorso per notai è stato sospeso in attesa di tempi migliori. Quello precedente, bandito quasi due anni fa, è ancora fermo alla correzione degli scritti. Anche l’ultimo concorso per magistrato ordinario è stato congelato in attesa di capire come andranno le cose nelle prossime settimane. Così come quello da consigliere parlamentare alla Camera dei Deputati: la data delle prove doveva essere annunciata a inizio marzo, proprio nei primi giorni del lockdown.

L’idea di nuove regole per superare il blocco

Cosa sarà adesso di tutti questi concorsi? Cosa succederà al relativo esercito di candidati, con il posto pubblico che tira ancora di più, visto che il lavoro privato se la passa maluccio tra pandemia e incertezza sul futuro? Nel governo il dibattito è acceso. Il ministro della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone è per andare avanti. Fare i concorsi, naturalmente in sicurezza, ma nessuno stop. Altri, a partire del ministro della Salute Roberto Speranza, sono invece perplessi, temono che così si possano accendere nuovi focolai. Anche per i concorsi vale regola del 200: non più di 200 persone nello stesso locale al chiuso. Cosa fare? C’è l’idea di cancellare il vincolo della simultaneità, che obbliga i candidati a sottoporsi alle prove in contemporanea, con l’eccezione dei test. Quella regola serve ad arginare trucchi e brogli, cancellarla non è uno scherzo. Ma volendo si può fare, anche perché il virus ha già cambiato tante cose nelle nostre vite. Resta da vedere se basterà.

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