Gli Usa pre-avvertiti dell'attacco all'Iran: «Ma non abbiamo dato l'ok». E per gli analisti questa risposta «allenta l’escalation»

diViviana Mazza

Nella giornata di giovedì ci sono state due telefonate tra funzionari americani e israeliani. Gli Stati Uniti avevano più volte invitato Netanyahu alla «cautela»:  e secondo alcuni analisti la risposta scelta da Israele potrebbe essere «un allentamento dell'escalation»

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
NEW YORK – Gli Stati Uniti sono stati pre-avvertiti dell’attacco israeliano contro la base militare iraniana di Isfahan. «Non siamo sorpresi», ha detto una fonte dell’amministrazione. Nelle ore prima dell’attacco c'erano state due occasioni di dialogo: una telefonata tra il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan e alti funzionari israeliani, cui avevano partecipato anche funzionari del dipartimento di Stato Usa, e un’altra telefonata tra il capo del Pentagono Lloyd Austin e il suo omologo Yoav Gallant sulle «minacce regionali e le azioni destabilizzanti dell’Iran nella regione» oltre che su Gaza. Secondo diverse fonti, quando Israele attaccò l’ambasciata iraniana a Damasco l'1 aprile avvertì gli americani solo pochi minuti prima e due giorni dopo Austin se ne sarebbe lamentato direttamente con Gallant, avvertendo che lo scarso anticipo metteva a rischio la possibilità di rafforzare in tempo la difesa delle forze Usa nella regione

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha affermato che gli Stati Uniti hanno detto ai ministri del G7 riuniti a Capri di essere stati informati «all’ultimo minuto» da Israele, «ma non c'è stata condivisione da parte degli Stati Uniti, è stata una mera informazione». Il segretario di Stato Usa Antony Blinken non ha commentato sulla tempistica, dicendo solo: «Non siamo stati coinvolti in alcuna operazione offensiva». Blinken ha aggiunto che il G7 mira ora a una «de-escalation della tensione» oltre che a «ridurre la capacità missilistica e dei droni iraniani» attraverso le sanzioni.   

Anche l’assenza di commenti ufficiali dalla Casa Bianca mostra come Biden voglia sottolineare che si è trattato di una operazione israeliana e non americana. Fonti della Casa Bianca hanno detto alla stampa americana che il fatto di essere stati informati non vuol dire che gli Stati Uniti abbiano dato l’endorsement all’attacco. Il presidente americano aveva consigliato a Netanyahu sabato scorso di «incassare la vittoria» del successo della difesa aerea contro i droni e missili iraniani. Ma negli ultimi giorni gli israeliani avevano reso chiaro che avrebbero risposto, in modo limitato, ritenendolo necessario per ripristinare la deterrenza, e gli Stati Uniti avevano ammonito alla «cautela», poiché una escalation con l’Iran non è funzionale né agli interessi Usa né a quelli israeliani. La Casa Bianca ha però ribadito più volte che, pur non intendendo partecipare ad una controffensiva, difenderà Israele in caso diventi bersaglio di ulteriori attacchi.

Secondo il Wall Street Journal, Biden starebbe inoltre considerando accordi da oltre un miliardo di dollari per nuove armi per Israele, che includono munizioni per carrarmati, colpi di mortaio e veicoli militari (mezzi usati nella guerra a Gaza più che in una difesa a lungo raggio dall'Iran) che dovranno essere approvati dal Congresso. Potrebbero volerci anni prima che arrivino tutti, ma succede in un momento in cui i parlamentari progressisti avevano chiesto di porre condizioni all’invio di aiuti militari legati alla protezione dei civili palestinesi. «È un segnale di sostegno militare incondizionato», afferma Brian Finucane, ex avvocato del dipartimento di Stato e ora all’International Crisis Group. Separatamente la Camera dovrebbe votare presto gli aiuti supplementari a Israele e Ucraina.

Dato anche che Teheran sminuisce la portata degli attacchi, gli esperti americani suggeriscono che l'escalation sembra per il momento evitata. Lo scenario migliore a questo punto è il ritorno ad una guerra ombra, ma c’è anche chi teme che gli attacchi e contrattacchi diretti tra Israele e Iran abbiano in qualche modo spostato «la linea rossa» e che, anche se Teheran non risponde adesso, potrebbe reagire in futuro in modo più aggressivo a raid israeliani contro obiettivi iraniani in Siria e nella regione. 

19 aprile 2024 ( modifica il 19 aprile 2024 | 17:21)