Economia

Ultim'ora

Tennis, Internazionali: Zverev torna re di Roma, battuto Jarry in finale

L'economia grigia italiana vale 211 miliardi. Due terzi del sommerso in commercio e servizi a persone e imprese

La sottodichiarazione del valore aggiunto e il lavoro irregolare pesano per quasi 192 miliardi, mentre le attività illegali (droga, prostituzione, contrabbando) per 19 miliardi. In leggero calo il lavoro irregolare, che riguarda 3,6 milioni di persone
3 minuti di lettura
MILANO - L'Istat rifà i conti di quanto vale l'economia "non osservata" in Italia, quell'insieme di sommerso e illegale (stupefacenti, prostituzione e contrabbando di sigarette) che mette insieme 211 miliardi di euro di valore con un incidenza all'11,9% del Prodotto interno lordo. I numeri aggiornati al 2018 dicono di un leggero calo (-3 miliardi) rispetto alla rilevazione dell'anno precedente, "confermando la tendenza alla discesa dell'incidenza sul Pil dopo il picco del 2014" quando l'economia grigia pesava per il 14% della ricchezza nazionale.

Poco da festeggiare se si scorre il rapporto. Sul lavoro, per esempio, ci sono 3 milioni e 652 mila irregolari, in calo di 48 mila unità rispetto al 2017. E anche il calo del valore complessivo è in realtà sintesi di due diverse dinamiche: l'economia sommersa - che somma fondamentalmente la sottodichiarazione del valore aggiunto (comunicazioni volutamente errate su fatturato e costi) e lavoro irregolare, oltre ad altre voci minori - scende leggermente a 191,8 miliardi, mentre le attività illegali salgono oltre la soglia dei 19 miliardi pur mantenendo all'1,1% l'incidenza sul Pil.

Nel complesso dell'economia non osservata, spiega l'Istituto nel suo rapporto, "nel 2018 la flessione è stata dell'1,3% rispetto all'anno precedente e in controtendenza rispetto all'andamento del valore aggiunto, cresciuto del 2,2%. Tale andamento si deve alla diminuzione del valore aggiunto sommerso da sotto-dichiarazione (-2,9 miliardi sul 2017) e da utilizzo di input di lavoro irregolare (-1,7 miliardi) mentre risultano in crescita le altre componenti residuali (+1,4 miliardi). L'economia illegale ha segnato un aumento contenuto in valore assoluto, con un'incidenza che è rimasta ferma all'1,1%". Rispetto al 2017 si osserva una lieve variazione del peso relativo delle diverse componenti dell'economia non osservata: a una riduzione delle quote ascrivibili alla sotto-dichiarazione (dal 46% al 45,3%) e all'utilizzo di input di lavoro irregolare (dal 37,5% al 37,2%, le unità sono state 3,652 milioni), fa fronte un incremento di quelle riconducibili alle altre componenti del sommerso (dal 7,6% all'8,3%) e all'economia illegale (dall'8,8% al 9,1%).

Il valore aggiunto sommerso si colloca soprattutto nei servizi. La componente legata alla sotto-dichiarazione del valore aggiunto ammonta a 95,6 miliardi (98,5 miliardi nel 2017) mentre quella connessa all'impiego di lavoro irregolare si attesta a 78,5 miliardi (80,2 miliardi l'anno precedente). Le componenti residuali ammontano a 17,6 miliardi (16,3 nel 2017), dice l'Istat. Se si guarda alla tipologia di attività, circa l'80% del sommerso economico si genera nel terziario. In particolare, si concentra per circa due terzi in tre settori di attività economica: Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (40,3%), Altri servizi alle imprese (12,7%) e Altri servizi alle persone (12,0%).

Piccoli segnali di miglioramento si vedono per quel che riguarda il lavoro, con una diminuzione degli irregolari sia in valore assoluto che rispetto al totale dei lavoratori. Dice l'Istat: nel 2018 sono 3 milioni e 652 mila le unità di lavoro a tempo pieno (ULA) in condizione di non regolarità, occupate in prevalenza come dipendenti (2 milioni e 656 mila unità). La riduzione della componente non regolare (-1,3% rispetto al 2017) segnala un ridimensionamento di un fenomeno che nel 2017 si era invece esteso (+0,7% rispetto al 2016). Il tasso di irregolarità, calcolato come incidenza percentuale delle ULA non regolari sul totale, risulta in calo nell'ultimo anno, attestandosi al 15,1%, dopo il 15,5% fatto registrare nell'ultimo biennio. Il calo del tasso di irregolarità è dovuto all'effetto congiunto della dinamica negativa del lavoro non regolare e dell'aumento dell'input di lavoro regolare, riconducibile alla componente dei dipendenti (+1,8%). Il tasso di irregolarità si conferma più elevato tra i dipendenti rispetto agli indipendenti (rispettivamente il 15,5% e il 14,2%). Nell'insieme del periodo 2015-2018 il lavoro non regolare presenta una dinamica opposta a quella che caratterizza il lavoro regolare: gli irregolari diminuiscono di circa 47 mila unità (-1,3%), mentre i regolari crescono di 723 mila unità (+3,7%), determinando un calo del tasso di irregolarità dal 15,8% del 2015 al 15,1% del 2018.

Voce in crescita, invece, quella dell'illegalità che pesa per l'1,1% del Pil. "Rispetto al 2017, si è registrato un incremento dell’1,8%, pari a 342 milioni di euro, meno rilevante di quello dei due anni precedenti, quando l’economia illegale era aumentata di oltre 800 milioni l’anno. I consumi finali di beni e servizi illegali sono risultati pari a 21,6 miliardi di euro (corrispondenti al 2,0% del valore complessivo della spesa per consumi finali), in aumento di 0,4 miliardi rispetto al 2017". A trainare questa crescita sono "per la quasi totalità" gli stupefacenti: "Per questa attività il valore aggiunto sale a 14,7 miliardi di euro nel 2018 (+0,3 miliardi rispetto al 2017), e la spesa per consumi si attesta a 16,2 miliardi di euro (+0,4 miliardi rispetto all’anno precedente). Nell’ultimo quadriennio per il traffico di stupefacenti si è registrato un incremento medio annuo del 3,5% per il valore aggiunto e del 3,7% per i consumi, sostenuti soprattutto dalla dinamica dei prezzi". La prostituzione registra valori stabili sia per i consumi finali che per il valore aggiunto (4,7 e 4,0 miliardi di euro rispettivamente), con una crescita media annua dello 0,5% dal 2015. L’attività di contrabbando di sigarette nel 2018 rappresenta una quota del 2,5% del valore aggiunto (0,5 miliardi di euro) e del 2,9% dei consumi delle famiglie (0,6 miliardi di euro) del complesso delle attività illegali.